hideout

cultura dell'immagine e della parola

Il bello di un trucco svelato

Il bello di un trucco svelato

Il primo aspetto che balza subito all’occhio dello spettatore, è che l’ultimo film di Nora Ephron funziona. Nel senso che possiede una struttura ben definita e convincente. Un cast talentuoso e ben diretto. Una vicenda conosciuta, ma rappresentata con originalità e ironia.

Vita da strega non è un remake. E neppure lo scialbo tentativo nostalgico di ri-portare in vita la famosa serie televisiva Bewitched (nota sitcom degli anni sessanta con protagonista Elizabeth Montgomery). Probabilmente è un’operazione commerciale, ma questo per il momento non interessa. Il film di Nora Ephron (scritto in coppia con la sorella Delia) riesce, infatti, a evitare le numerose trappole del remake, o di quel genere ibrido in cui molti film ultimamente sono stati inseriti. Cioè si distacca completamente da film come Starsky e Hutch (id., Todd Phillips, 2004), Charlie’s Angels (id., McG, 2000) o dal più recente Hazzard (The dukes of Hazzard, Jay Chandrasekhar, 2005). Vita da strega esiste in quanto tale. E’ un film. Non è il rifacimento di qualcosa. Prende spunto da una sitcom, ma non ne fa la rimodernizzazione. La serialità della sitcom non viene violata. Non si restringe/costringe la vita di Samantha. La protagonista della sitcom nel film non esiste. Fa parte della finzione. Ciò che invece è reale, seppur sottoforma di strega, è Isabel Bigelow (Nicole Kidman), alle prese con il poco talentuoso attore Jack Wyatt (Will Ferrell). Il trucco è svelato. Il film di Nora Ephron è in grado di frullare diversi generi: dalla commedia sentimentale (della quale la regista è un’esperta), al metacinematografico / televisivo, al fantasy. Tutto molto esplicito e volutamente visibile. Tutti elementi fondamentali che distinguono questo film dalla mediocrità dei sopracitati “zombie”. Sarà pure un film ingenuo e sentimentale, ma rimane onesto nelle intenzioni e coerente nella messa in scena.
Il film è impreziosito pure dalle prestazioni degli attori. La Kidman è la forza motrice dell’intero film. Perfetta nel ruolo di strega extra-normale per fascino e simpatia. La sua è una bellezza fuori dal normale. Istrionica e divertente, stuzzica di continuo lo sguardo e la curiosità dello spettatore. Meno brillante, anche se impegnato e autoironico, Will Ferrell, che spesso sembra ottenere gli stessi scarsi risultati di appeal del suo alter ego Jack Wyatt. Ma la vera sorpresa è rappresentata dalle apparizioni di due mostri come Michael Caine e Shirley MacLaine. Ogni volta che appaiono (in tutti i sensi) sullo schermo è una sorpresa. Un trucco. Un gioco.

Anche l’utilizzo degli effetti speciali è ben distribuito. Un’eccessiva dose di magia avrebbe distolto completamente lo sguardo dello spettatore, già di per sè “distratto” dalla bellezza di Nicole. Unico e paradossale limite di un film semplice e simpatico.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»