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Suoceri a domicilio

Suoceri a domicilio

I personaggi di Buena vida agiscono in un’Argentina povera, alla deriva, con periferie al limite del degrado. In questi luoghi, però, si sentono a proprio agio: Hernàn e Pato, i due ragazzi protagonisti della storia, si innamorano proprio qui. Buena vida è soprattutto una storia di consegne (tant’è che il titolo originale Buena vida delivery sottolinea quest’aspetto, mentre il titolo italiano, mutilato, rischia di essere dannoso al fine della comprensione della storia), il che ci permette di osservare attentamente i personaggi che vivono in Argentina attraverso l’esterno (grazie ai viaggi in motorino di Hernàn) e attraverso gli interni (le case).

La condizione di Hernàn viene presagita sin dall’inizio, quando suo fratello va in Spagna con la propria famiglia, mentre il ragazzo decide di rimanere nel proprio Paese. La sua è la condizione di chi rimane, di chi c’è ancora. Ma Hernàn è convinto per tutto il film di essere sul punto di perdere la propria casa, di perdere la possibilità di agire negli interni, dal momento che gli sono stati consegnati a casa (proprio a lui che dovrebbe farle le consegne e non riceverle) i genitori di Pato, una quantità enorme di macchinari vecchi e una serie di peruviani in cerca di lavoro.
Hernàn si trova invece, alla fine della storia, nell’ancor più spiacevole condizione di perdere la possibilità di agire in esterno, quando gli viene sottratto il motorino con il quale fa le consegne.
Ogni personaggio ha la propria evoluzione proprio in relazione al binomio esterno/interno e a quello, complementare e speculare, di movimento (viaggio)/staticità. I genitori di Pato sono fissi nella loro apparente mobilità: cambiano spesso casa, ma agiscono sempre in interni e con il medesimo copione, quindi non riescono ad andare avanti, a muoversi, sono fermi nel passato (i macchinari che utilizzano sono poco più che dei rottami che risalgono agli anni settanta, quando i due possedevano una fabbrica di dolci). Pato, invece, riesce a staccarsi dai genitori, e alla fine parte, rappresentando il futuro. Hernàn, nella sua condizione rassegnata, ma transitoria, costituisce forse il presente.

Buena vida è una commedia tragica, come un po’ tutte le commedie che si basano su personaggi poveri. Alcune scene esilaranti sono immediatamente seguite da scene poco meno che melodrammatiche o in cui si ride amaramente. I personaggi comici non sono nient’altro che caricature della disperazione: il padre di Pato, Venancio, con i suoi discorsi nostalgici sull’Argentina di un tempo, e l’avvocato che suggerisce a Hernàn una serie di soluzioni paradossali per risolvere il suo paradossale problema, cioè riprendere il possesso della propria casa.

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