Schegge di Sundance
C’è ormai nel cinema indipendente americano un nuovo genere: il film “da Sundance”. Il festival indipendente creato vent’anni fa da Robert Redford vede infatti passare dallo Utah decine di film ogni anno, tutti caratterizzati dalla mancanza (o quasi) di legami con le major. Con il passare degli anni però i film del festival sono andati somigliandosi fin troppo l’uno con l’altro, e partecipare a una produzione “da Sundance” è diventato quasi un must per ogni attore da grandi produzioni che voglia darsi quel tocco un po’ indy che piace tanto a un certo pubblico. Così il livello medio del festival nelle ultime edizioni è sceso irrimediabilmente, fino alle premiazioni di film poco più che mediocri come Primer (Shane Carruth, 2004) e Forty Shades of Blue (Ira Sachs, 2005), tra l’altro inediti in Italia.
Fortunatamente però, spulciando tra i pseudoindipendenti film da Sundance, si possono trovare ancora piccole produzioni interessanti. Una sicuramente è questo Schegge di April. Opera prima di Peter Hedges, già sceneggiatore di pellicole come Buon compleanno mr. Grape (What’s Eating Gilbert Grape, Lasse Hallström, 1993) e About a boy (id., Chris e Paul Weitz, 2002), è un film dal budget risicato (trecento mila dollari), ma pieno di buone idee e spunti che lo rendono uno dei migliori esordi dell’anno. Non di quest’anno in realtà, perché la pellicola è del 2003, ma si sa che i film più interessanti devono fare un lungo viaggio per arrivare in Italia da oltreoceano (vedi ad esempio Donnie Darko – id., Richard Kelly, 2001).
Schegge di April è un raro esempio di commedia agrodolce che riesce a mantenersi in perfetto equilibrio tra parti tragiche (ma mai stucchevoli) e comiche (ma mai grossolane). Si vede che Hedges viene dalla sceneggiatura perché il suo è principalmente un lavoro di personaggi e dialoghi. I due mondi, quello della casa multietnica di April e del logorante viaggio della sua famiglia, sono tratteggiati con mano leggera. La regia, che finisce per essere dogmatica più per esigenza che per volontà, segue rigorosamente a mano i movimenti di April e della sua famiglia senza mai intromettersi effettivamente nella narrazione.
La scelta del cast è stato certamente un elemento fondamentale nella direzione del film. Hedges ha optato per una recitazione più naturale possibile, optando per attori provenienti dalla tv come Katie Holmes (Dawson’s Creek) e Sean Hayes (Will & Grace) o dalla musica, come SisQo. La stessa Holmes appare finalmente credibile dopo alcuni ruoli che sembravano poco adatti alle sue possibilità. Una spanna sopra tutti comunque Patricia Clarkson, che per l’interpretazione della madre di April, malata terminale di cancro, si è guadagnata le nomination al Golden Globe e all’Oscar.
Curiosità
Il film è dedicato alla madre di Peter Hedges, morta di cancro, ma l’unico elemento che la riguarda nel film è quando Joy parla di un cantante chiamato “Smack Daddy”. La frase è identica a una detta dalla madre a Peter in ospedale. In quel caso però il cantante era Barry White.
A cura di Alberto Brumana
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