Football espresso
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I film sul football americano arrivati nelle nostre sale si possono contare sulla punta delle dita di una mano. Quella sporca ultima meta e Ogni maledetta domenica sono forse i più memorabili, senza dimenticare il nostrano Lo chiamavano Bulldozer. D’altra parte quella disciplina, che fin dal nome ci appare lontana, ha raramente occupato le prime pagine dei nostri quotidiani sportivi. Pare però doveroso segnalare l’uscita nelle sale americane e inglesi di un film che da noi con ogni probabilità non arriverà mai. Si tratta di The Express, film diretto da Gary Fleder (solitamente abituato a thriller come Il collezionista e Don’t Say a Word) sulla vita di Ernie Davis, il primo giocatore di colore a vincere l’Heisman Trophy, il premio per il miglior giocatore del campionato universitario.
Il film è stato molto apprezzato più dalla critica che dal pubblico americano. Fleder segue una struttura da biopic piuttosto classica, a volte un po’ retorica, ma funzionale all’obiettivo preposto: raccontare un’epoca in cui il razzismo era la normalità, soprattutto in uno sport storicamente bianco come il football. Così il punto di vista si sposta spesso dalla vita di Davis a quella del mondo che lo circonda. Davis non vuole essere un esempio politico, ma come lui stesso afferma «in campo penso solo a vincere la partita, ma questo non significa che non conosca il colore della mia pelle». Davis gioca e vince, e facendolo diventa, senza troppi discorsi, un punto di riferimento per le comunità nere americane. Fleder conosce questa forza prorompente di Davis e quindi riesce a far emergere elementi politici anche semplicemente riprendendo le sue cavalcate verso la meta. Le immagini sul campo sono infatti i momenti più riusciti del film: l’incontro del Cotton Bowl ricalca fedelmente l’originale (si vedano su YouTube i filmati dell’epoca per il confronto), e proprio per questo suo realismo porta a un forte climax fino al drammatico finale del film.
Davis è interpretato da Rob Brown, che ritroviamo molti anni e alcuni film poco significativi dopo Scoprendo Forrester: nel frattempo ha veramente giocato a football, e si vede. Da segnalare però soprattutto è Dennis Quaid, nella parte del coach Schwartzwalder: un ruolo in crescendo, che inizia monocorde e invece alla fine si rivela da applausi. Come quelli che ricevette Ernie Davis in quell’unico giro di campo al Cleveland Stadium.
A cura di Alberto Brumana
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