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Solitudine in pieno XXI secolo

Solitudine in pieno XXI secolo

Irriso dalla portinaia che gioca con la sua solitudine; appassionato spettatore notturno degli interventi televisivi di Gianfranco Funari – come lo stesso Funari ammette in un singolare cammeo – Walter, un ex-impiegato della capitale, ha molto tempo da dedicare a se stesso e, come spesso avviene, molto poco da fare.
La sua solitudine viene finalmente attenuata dall’arrivo di Francesca, un’operatrice ecologica con la voglia di ricostruirsi una vita affettiva, e di sua figlia Sara che in brevissimo diverrà una inseparabile amica.
Dalle Piane è lasciato libero di interpretare il ruolo di questo pensionato sui generis alla ricerca di uno scopo per una vita che secondo lui ormai scopo non ha più. Al suo fianco troviamo un mite Piero (un timidissimo Pierfrancesco Favino); insieme formano una coppia che, anche con l’aiuto di Valerio Mastandrea, ovvero il lato più socievole e spregiudicato di Piero, è il ritratto di un’amicizia atipica: Walter si impegna a cercare di rendere la vita di Piero, il suo alter ego lavoratore, più piacevole e meno monotona. Dal canto suo Piero, con la semplice presenza, cercherà di attenuare la solitudine di Walter, che troverà in questo ragazzo mite, impacciato, silenzioso, una seconda possibilità. Lo stesso Walter ammette che Piero è perfetto per lui perché: «non brutto ne bello, lavoro medio ma posto sicuro. Ma soprattutto senza una donna» per cui disponibile a trascorrere quanto più tempo possibile con Walter.

A conclusione della pellicola ci si rende conto di aver assistito a una trama poco approfondita, dove la caratterizzazione psicologica dei personaggi si riduce a una serie di scene dal cinismo eccessivo, che strappano un sorriso a denti stretti. Mastandrea risulta perfetto nel ruolo del cinico Piero, macchietta di tutto quel che non si deve fare per non risultare antipatici. Alla fine si può parlare di una bella occasione perduta: l’idea della solitudine quale male da sconfiggere, sia per anziani che non, poteva essere un buono spunto, invece si risolve in una storia fine a se stessa, che prima di un prevedibile epilogo, a favore di un amore coltivato nella completa solitudine, non approfondisce il dramma che spessissimo attanaglia chi vive in una grande metropoli. Abbastanza superflua la presenza di una Anna Falchi – dal caschetto corvino – nel ruolo di Sonia, una spogliarellista che funge da voce narrante della pellicola, oltre che essere condomina e amica di Walter.
Film da vedere solamente se volete qualche sana risata pervasa di cinismo e situazioni simil-demenziali. Da antologia la scena della restituzione della videocassetta da parte di Piero. Si astenga invece chi sperava in una pellicola più incentrata sul problema prettamente umano-sociale.

Curiosità
Fra i passanti scrutati da Walter alla ricerca del suo “duplicato lavoratore” si intravede Giovanni Floris, il conduttore della trasmissione di Rai Tre, Ballarò.

Filmografia
Nessun messaggio in segreteria (2004)
Incantesimo Napoletano (2001)

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