La vendetta è un piatto da servire freddo
Premessa necessaria per comprendere Oldboy: il film è tratto da un manga creato da Tsuchiya Garon e disegnato da Minegishi Nobuaki. Un romanzo a fumetti edito in otto volumi a cui il regista Park Chan-wook è rimasto molto fedele per la trasposizione cinematografica. Il passaggio manga/cinema non è una novità (basti pensare al meraviglioso e crudele Battle Royale – Batoru rowaiaru, Fukasaku Kinji, 2000 – visto in Italia solo alla scorsa edizione del festival di Torino), ma più difficilmente capita che un fumetto giapponese diventi un film coreano.
Lontanissimo dal cinema zen ed etereo di Kim Ki-duk, il film di Park Chan-wook è a tutti gli effetti un fumettone. Il tempo, per il protagonista imprigionato senza motivo, passa lentamente e il rancore cresce nel suo animo tanto da giurare a se stesso, una volta libero, di trovare il responsabile della sua pena e di ottenere una rivincita. Oldboy è un fanta/noir incentrato su un doppio concetto di vendetta (come già in Sympathy for Mr. Vengeance – Boksuneun naui geot, Park Chan-wook, 2002), di cui è meglio non rivelare le trame segrete, ma anche sul pressante senso di colpa che attanaglia l’uomo comune (la ricerca spasmodica dei propri crimini per cui qualcuno avrebbe potuto rinchiuderlo per quindici anni).
Oldboy è un film cupo che presenta una visione evidentemente fatalista del mondo. La società umana è costituita da individui che vivono un destino scritto da qualcun altro (concetto cardine della vendetta, che si prefigge di porre fine al destino altrui in modo violento). «Sebbene sia peggio di una bestia, non ho il diritto di vivere?» è però la frase topica attorno a cui si svolge la vicenda, quando l’essere umano si trova davanti al suo inevitabile destino. Per assonanza di caratteristiche narrative e stilistiche l’unico film occidentale a cui Oldboy potrebbe essere associato è The Game (id., David Fincher, 1997). Ma sarebbe scorretto dire di più.
Curiosità
Oldboy ha vinto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes del 2004. Choi Min-sik, protagonista del film, conosciuto in Italia per Ebbro d’amore e di pittura (Chihwaseon, Im Kwon-taek, 2002), nonostante sia vegetariano, nella scena del ristorante ha dovuto addentare un polipo vivo. Esigenze di scena!
Filmografia
• Three… Extremes (2004, episodio Cut)
• Oldboy (2003)
• If You Were Me (2003)
• Sympathy for Mr. Vengeance (2002)
• Joint Security Area (2000)
• Judgement (1999)
A cura di Carlo Prevosti
in sala ::