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cultura dell'immagine e della parola

Paradisi tropi(fis)cali

Paradisi tropi(fis)cali

Cosa vuole il pubblico al cinema? Il pubblico, quello vero, quello che paga i biglietti 7 euro e 50 centesimi per lo spettacolo di sabato sera alla sala 12 dell’ultimo multisala costruito in città, quello che compra bidoni di Coca cola e valigie di Pop-corn… il pubblico chiede intrattenimento, divi, avventura, svago, un pizzico di er/sotismo, il tutto per creare un’alchimia di umori che gli permetta di evadere per il tempo della proiezione dalla propria vita quotidiana, fatta di uffici e code in macchina, non certo di spiagge bianche e motoscafi lucenti.
After the sunset è una perfetta macchina da intrattenimento, un film in cui vengono correttamente dosate le giuste quantità degli elementi suddetti. Più o meno in modo che possa essere apprezzato dal pubblico medio. In quest’ottica mi appresto a ripensare al film cercando di dimenticare il mio ruolo di critico ed esaltando quello di individuo facente parte di un pubblico collettivo.

Pierce Brosnan, in versione barba di tre giorni e camicia aperta sul petto villoso, ha una faccia di bronzo sufficientemente credibile per passare per un ladro gentiluomo che si è ritirato a vita privata su di una splendida isola tropicale, Salma Hayek (al contrario del mortifero nome) è più sensuale e gattesca che mai nei suoi vari tentativi di giocare a sedurre il proprio uomo mentre Woody Harrelson, con la sua vocina un po’ vibrata e stridula, è il solito poliziotto gabbato che cerca di fare giustizia ma che (all’apparenza) risulta incapace di compiere il suo dovere. Situazioni frenetiche, amorose, ambigue (Brosnan e Harrelson a letto insieme nella suite dell’hotel) si susseguono con discreto ritmo, tra una manciata di pop corn e l’altra. Il furto del diamante è solo un pretesto per trasformare 007 in un ladro…
Il tempo scivola via leggero tra una scena e l’altra. Alcune situazioni strappano un sorriso più che accennato e la sensazione di uscire dalla sala potendo dire a gran voce “beh…la fotografia era proprio bella” inizia alla seconda scena. Un film carino mi verrebbe da dire uscendo…

Pausa…si risveglia il critico che c’è in me e la parola “carino” mi fa rabbrividire, è forse l’aggettivo peggiore con cui si possa descrivere un film assieme a “strano”…e quella frase sulla fotografia…(inorridisco). Ok, ci ripenso e mi sono divertito per un’ora e mezza, ma perché rimpiango di non aver scelto la sala 11 dove mi sarei sciroppato quel film francese che nessuno in coda voleva vedere?

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