Nemmeno gli occhi per piangere
Pensate a un film brutto. Anzi no, pensate al film più brutto che vi sia mai capitato di vedere. Concentratevi su questa sensazione, assaporatene l’amarezza, e trattenetela nella mente: ora, sforzatevi di protrarre la suddetta disposizione d’animo per novantotto minuti. Il risultato si avvicinerà, e di molto, a ciò che proverete vedendo The Eye 2.
Un sequel che non è un sequel, pur essendo diretto dai fratelli Pang, già registi del primo “occhio”; l’unico legame con il film precedente è infatti il tema del vedere, che qui si articola attorno alla pietosa vicenda di Joey, piacente giovinetta tormentata da visioni più o meno raccapriccianti di spiriti, che accompagnano nell’arco di nove mesi la sua gravidanza indesiderata. E allo spettatore sembreranno nove mesi in tempo reale, perchè la noia stritolante della trama lo spingerà a una frequenza di sbadigli per minuto a dir poco imbarazzante.
Ma poichè questa è una pellicola horror, non potevano mancare gli aspetti terrificanti: e in effetti i dialoghi fanno davvero venire i brividi, intrisi di sgocciolante banalità e ridondante insignificanza.
Anche la regia non ha un minimo di originalità, e non sono rari i movimenti di macchina ai limiti del filmino vacanziero; la sceneggiatura presenta questioni irrisolte, che vengono accantonate e mai più riprese, lasciando la sensazione di un’opera non conclusa.
A tutto questo si aggiunga un aspetto non secondario del film, cioè la presenza di una presunta filosofia buddista su cui registi e sceneggiatori hanno indubbiamente investito molte speranze: ebbene, quando l’insopportabile giovincella si confida con l’illuminante esperto zen di turno, la sensazione che ne nasce oscilla tra l’irritante e il ridicolo. Il venerabile maestro Miyagi di Karate Kid (The Karate Kid, John G. Avildsen, 1984), che gli ultraventenni sicuramente ricorderanno, a confronto faceva la figura di Buddha in persona.
La domanda che nasce dalla visione di questo film è: come è possibile che si dia la precedenza distributiva a film di questo livello, e non si provi a dare più spazio a tanti nostri bravi autori di talento?
Avvertenza
Uscendo dal cinema, il primo pensiero che attraverserà le vostre menti potrebbe essere il desiderio di infliggere ai fratelli Pang, sotto forma di punizione corporale, quello che loro hanno inflitto al vostro animo attraverso il loro film. Non seguite l’istinto.
A cura di Enrico Bocedi
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