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Una bella sorpresa per Pasqua

Una bella sorpresa per Pasqua

Se avevate apprezzato le rocambolesche avventure di Babe, il simpatico e coraggioso maialino che alcuni anni fa si affacciò sugli schermi, preparatevi ad innamorarvi di Striscia e dei suoi amici. In questo nuovo film di live action e animazione computerizzata, infatti, la simpatia generata spontaneamente dagli animali parlanti è arricchita da un doppiaggio irresistibile, che rende Striscia, una zebra alla riscossa un film divertente anche per il pubblico adulto.

La trama, che si sviluppa secondo uno schema classico e procede verso l’immancabile lieto fine, riesce comunque a coinvolgere lo spettatore, alternando alla narrazione dei momenti di comicità.
Il vero punto di forza del film è però il doppiaggio, che regala a ogni animale della fattoria un’inflessione dialettale proveniente da una diversa regione italiana: pellicani siciliani, galletti sardi, capre romagnole e pony napoletani sono solo alcune delle divertenti trovate di questo film.
Una citazione particolare meritano le due mosche napoletane, Ronza e Sbronza, realizzate completamente in 3D e protagoniste di esilaranti siparietti carichi di irriverente simpatia.
Per quanto riguarda il cast degli umani, nonostante la mancanza di nomi di spicco, gli attori sono tutti esperti, e ciascuno di loro può vantare parti in film e serial televisivi importanti, a cominciare da Bruce Greenwood, che nel curriculum ha pellicole del calibro di Thirteen days (id., Roger Donaldson, 2000) e Io Robot (I, Robot, Alex Proyas, 2004). La figlia di Greenwood è interpretata da Hayden Panettiere, giovane talento sugli schermi da quando è in fasce e protagonista di alcuni episodi della serie Ally McBeal. Buoni sentimenti, la giusta dose di avventura e alcuni insegnamenti (la volontà è più forte delle barriere, purchè ci si metta il cuore) fanno di Striscia una bella sorpresa dentro le nostre uova di Pasqua.

Curiosità
Agli spettatori più attenti non sfuggirà il simpatico omaggio alla fase di allenamento in Russia di Rocky IV (id., Sylvester Stallone, 1985), con il parallelo zebra-Stallone e stallone-Lundgren.

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