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cultura dell'immagine e della parola

Tutto in una tirata

Tutto in una tirata

La moglie del barbiere ravana tra le budella di un mafioso russo. Fa rumore di frattaglie mollicce e ciccia affettata, ma niente, nemmeno una smorfia. C’è qualcosa nella sua interpretazione che mi ricorda una delle numerose, insospettabili vecchine che sbucano ogni sera dalle pagine di cronaca del Tg4.

L’operazione al ventre di Svòboda (Norman Sotolongo) assomiglia a quella che il bravo Rodriguez sferra a tanto cinema pulp erede del (pur)troppo imitabile Tarantino e a noir in stile fratelli Coen. Ne scuoia i corpi per ricavare pezzi da ricucire in un rumoroso e divertente golem cinematografico. Ma l’odore è di tabaccata, quello di una pellicola che fra qualche anno andrà a perdersi tra i cloni del suo genere.
Spietato e non sempre sensato l’utilizzo di soluzioni narrative e stilistiche tipiche del videoclip, dagli split screen, ai riquadri per la messa a fuoco di dettagli nell’inquadratura, fino alle violente zoomate stile trash anni settanta.

Gran ritmo, galleria di curiosi personaggi impestati di difetti e debolezze, storie rocambolesche ben orchestrate nell’intreccio. Un po’ stantio lo slogan: il fato ne uccide più che il tabacco. Certo oggi, con la legge sul fumo, la locandina del film Nicotina ha il pregio di essere al momento l’unico contraltare vivace e ironico alle orride pubblicità anti sigaretta che infestano le città.

Curiosità
Nicotina è film campione d’incassi in Messico, dove è stato premiato con ben sei Ariel Awards, il corrispondente locale dell’Oscar, e con il premio al Miglior Film dell’anno assegnato dai giornalisti cinematografici messicani. Nicotina ha vinto anche cinque MTV Awards locali.

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