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La storia in-finita

La storia in-finita

Tratto dai due episodi della serie Ju-on (id., 2003), anche il remake The Grudge è affidato alle discrete mani di Takashi Shimizu ed è ambientato sempre nella stessa casa. In un primo momento, confessa il regista, «siccome avevo già raccontato quella storia, ho pensato che sarebbe stato meglio lasciare che al mio posto si cimentasse un regista americano», ma, poi, dopo aver incontrato Raimi, Shimizu ha cambiato idea. «Mi sono reso conto che avrei avuto la libertà creativa di esplorare degli aspetti della storia che non avevo potuto esplorare in precedenza e che avrei avuto la possibilità di spingermi oltre. Non potevo lasciarmi sfuggire questa occasione».

«Chiunque è entrato in quella casa o è morto o è scomparso». Lo dice lo stesso film. In un momento di debolezza estrema, giustificandosi con noi spettatori, rivela la sua vera fonte. Si confida. Dice di attingere ad un’antica leggenda giapponese che si tramanda da secoli.
Nei luoghi comuni sui generis cinematografici si narra invece di una maledizione che aleggia sull’Horror divenuta ormai una leggendaria tradizione. Lo si racconta eterno prigioniero di una casa maledetta, perennemente invasa da una forza malefica che lo possiede, e attraverso di lui miete vittime innocenti. «Con The grudge, Shimizu dirige per la quinta volta la sua storia della casa infestata dai fantasmi in cerca di vendetta», ma sembra importare poco ai suoi produttori se addirittura arrivano a finanziargli un remake, per donarci, nel nuovo anno appena iniziato, la versione occidentale di una storia vecchia già abbastanza! Taka Ichise non è infatti nuovo a questo tipo di operazione, visto che proprio lui ha prodotto Ringu, 1 (id., Hideo Nakata, 1998), 2 (id., Hideo Nakata, 1999) e 0 (id., Norio Tsuruta, 2000) da cui poi fu tratto il campione d’incassi The Ring (id., Gore Verbinski, 2002).
Non si può rimproverare a Ichise se, insieme a Sam Raimi, produttore e a sua volta autore di La Casa 1 (The Evil Dead, 1981) e 2 (The Evil Dead 2, 1987), anche questa volta ha visto bene (?) e il film ha incassato solo negli Stati Uniti 100 milioni di dollari o almeno così si dice da più parti.

I personaggi della storia avvertono la maledizione, sentono dei rumori, ne vengono incuriositi, inevitabilmente attratti fino a quando non la incontrano con i propri occhi. Provano a coprirli istintivamente con le mani, ma non possono far a meno di guardavi attraverso. Dinanzi l’orrorifica visione cadono vittime del rancore (grudge in inglese) che ha generato questa maledizione.
Allo stesso modo gli spettatori sentono quelle mille voci che provengono da tv, radio e siti parlanti che bandiscono premi e incuriosiscono con concorsi. Alle volte, però, le stesse voci, da cattivi consiglieri, tradiscono… Basta pensare alla massiccia campagna pubblicitaria impiegata e/o alle scintillanti armi multimediali dispiegate per vincere anche questa volta la battaglia del botteghino.
In quella che appare l’unica vera sperimentazione di questa produzione, alle cartoline distribuite nei bar e nei cinema, al sito ufficiale a cui rimandano con i più ingegnosi e disperati messaggi, passando per il concorso che dice: ‘guardalo e scrivi un prequel, inviacelo, vendici i diritti per 1 euro, e se vinci noi lo produrremo’. Io credo di aver già risposto, e intanto attendo con ansia l’annunciato Ju-on 3 per vedere se per caso ho vinto! E parafrasando le parole dell’annuncio oserei ricordare che è il pubblico che «Non perdona. Non dimentica», anche se alle volte non sembra.

Curiosità
Il concorso di cui sopra esiste davvero.

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