Tutti insieme appassionatamente
Girato tra Londra, Amritsar, Goa, Bombay, Pedona, Beverly Hills, Santa Monica e Dawntown LA, con un cast indiano e americano, con tre troupe diverse (indiana, americana e inglese) e tratto da un romanzo dell’800 inglese, Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen, il film di Gurinder Chadha cerca in tutti i modi di trasporre al pubblico occidentale il cinema di Bollywood, senza che per questo vengano persi i suoi stilemi più caratteristici. Al di là del bellissimo ed eterno tema romantico, la forza del contenuto sta nell’espressione della difficoltà di integrazione tra due culture lontane, quella indiana e quella dell’occidente anglo-americano, che è forse il motivo ultimo del film stesso e della sua realizzazione, cioè, appunto, integrare le logiche produttive e le caratteristiche tematiche di Bollywood e Hollywood.
Tutto quindi parte dal melodramma
Ogni film di Bollywood è caratterizzato da elaborate scene di danza e di canto, con lo scopo di dilatare al massimo il tempo dell’emozione e delle fantasie romantiche ed erotiche. Lo stesso scopo hanno le arie nell’opera lirica, genere melò per eccellenza, dove l’emozione viene amplificata ed espressa dal canto, dai movimenti della voce e dall’espressione della musica. Operazione similare era stata fatta da Baz Luhrman con Moulin Rouge: l’adattamento contemporaneo del melodramma lirico della Traviata è diventato, infatti, un film musicale che rielabora i più grandi successi di massa della canzone novecentesca. Là l’operazione nasce e muore in un mondo totalmente occidentale, ma in Matrimoni & pregiudizi i canti tipici di Bollywood vengono riscritti in lingua inglese, pur mantenendo le sonorità orientali.
Il XIX secolo inglese e il XXI secolo indiano
Denaro e matrimoni, la situazione femminile e la sottomissione alla famiglia e all’uomo in generale sono temi che si ritrovano da Jane Austen al mondo rurale indiano, quello più povero, dove la speranza è quella di dare in spose le proprie figlie a uomini facoltosi. Questa intelligente intuizione ha reso la storia stessa più accessibile a un pubblico non abituato agli eccessi bollywoodiani e alle sospensioni canterine del tempo della storia. Riconosciuta la trama, lo spettatore può godersi la bellezza dei colori, delle scene di massa e la tensione romantica delle canzoni.
Curiosità
Rispetto alla figura classica bollywoodiana dell’eroina, qui Lalita ha una identità femminile più complessa, che spesso si avvicina a una sorta di femminismo pronto a spaccare le tradizioni famigliari. Anche il protagonista maschile, Darcy, ha una profondità maggiore, perché non è da subito identificabile come totalmente positivo. Chadha, oltre che mescolare tradizioni produttive lontane anni luce tra di loro e oltre aver fuso composizione musicale e coreografie occidentali e bollywoodiane, ha stupito la produzione indiana fornendo, prima dell’inizio delle riprese, il copione, i piani di produzione e le prove per gli attori. Tutte novità per Bollywood.
A cura di Francesca Bertazzoni
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