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cultura dell'immagine e della parola

Altolà, o radiamo al suolo il Canadà!

Altolà, o radiamo al suolo il Canadà!

Nome in codice: Operazione Canadian Bacon.
Ovvero, Americani: puntate gli occhi (e il fucile, chi ce l’ha) addosso al popolo canadese.
Questa insipida parodia della società americana, unico lungometraggio girato dall’autore, anticipa alcuni dei temi che con maggiore ironia, più decisione e ottenendo risultati migliori, lo stesso Moore affronterà qualche anno più tardi nei documentari che lo hanno reso celebre. Infatti, la scelta di ridicolizzare eccessivamente i comportamenti del popolo americano, senza una precisa intenzione di affondare il colpo, obbliga il regista ad allontanarsi solo di rado da quella vena parodistico – demenziale che ha i propri pilastri in pellicole come Hot Shots! (Hot Shots!, Jim Abrahams,1991) o Una pallottola spuntata (The Naked Gun, From the Files of Police Squad!, David Zucker 1988).

Tuttavia, in mezzo alle rocambolesche avventure dello sceriffo di frontiera Bud B. Boomer, un irresistibile John Candy (1950-1994) alla sua ultima interpretazione, è possibile riconoscere la linea d’azione seguita dall’autore, anche se solo a tratti: la cieca fiducia riposta nei mezzi di informazione di massa, e in particolar modo nella televisione, trasforma il cittadino americano in un individuo estremamente manipolabile e potenzialmente pericoloso. Ed ecco che basta una notizia ben architettata dalla squadra del Presidente, con l’aiuto immancabile della CIA, per ottenere tanti valorosi Don Quixote pronti a correre verso fantasmagorici mulini a vento e imbracciare un M-16 per compiere l’ultima, disperata e gloriosa azione a difesa del proprio paese, prima della fine del mondo.

Canadian Bacon investe diversi aspetti della società americana, tutti temi sui quali Moore insiste ripetutamente: la diffusa ignoranza, spesso unita a disprezzo verso tutto ciò che è esterno alla propria comunità e che non condivide la stessa cultura, la sicurezza che deriva dall’omologazione e dall’eliminazione del dubbio, l’urgente necessità di tenere a bada l’intruso di turno dalle intenzioni sovversive e destabilizzanti. Nonostante i presupposti per una lettura ironica e graffiante sull’argomento della strategia della tensione internazionale, Canadian Bacon si ritira rapidamente nella ripetitiva riproposizione di sketch già visti; e così, dopo aver assistito a una trama quasi scontata e troppo spesso alla ricerca della risata facile, il film può apparire eccessivamente pretenzioso in chiusura, quando finisce per scimmiottare anche le sequenze finali de Il dottor Stranamore (Dr. Strangelove or: How I Learned to Stop Worrying and Love the Bomb, Stanley Kubrick, 1964). In definitiva, sebbene una lettura odierna possa riportare alla ribalta questa pellicola del ’95, abbastanza attuale per via dei temi trattati, non si può certo considerarla un’opera particolarmente lucida o profetica, ma soltanto un primo tentativo dell’autore di imboccare la via dell’ironia per indagare sui paradossi della società governata dal medium televisivo.

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