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Balliamo?

Balliamo?

Peter Chelsom dopo Serendipity (id., 2001) si misura con la commedia musicale, genere che riscuote un rinato successo. Lo fa attraverso il remake di una pellicola, scritta e diretta da Masayuki Suo, che, nel 1996, infiammò il Sol Levante divenendo poi un successo internazionale (Dansu Wo Shimasho Ka, Masayuki Suo, 1996). Il titolo, Shall we dansu? (id., 1996), con cui esordì negli USA, suona familiare, ma il rifacimento, realizzato dalla sceneggiatrice Audrey Wells, ridipinge la storia in chiave prettamente americana. A cominciare dalle ambientazioni: in una Chicago dal sapore retrò tra una sopraelevata e una insegna al neon si intravede una periferia fuori dal tempo. Più che un caso sembra una allusione alle atmosfere del musical hollywoodiano, ma non pretende, nemmeno per un istante, di esserne una imitazione. Si coglie invece una vena scanzonata e leggera che, talvolta, sfuma in autoironia. Diverso deve essere anche il background culturale che trasforma il banale impiegato giapponese nel libero professionista americano, oppresso più da quel che ha che da quel che desidera.

Calzante la scelta di Gere che si porta dietro ben poco del Billy Flynn di Chicago (id., Rob Marshall, 2002), se si esclude l’avvocatura. Ne nasce un personaggio, John Clark, più umano del precedente, che punta più sul lato umoristico che non su quello irriverente. Perno costante della storia, John Clark alterna i duetti casalinghi con la moglie (Susan Sarandon) alle scene corali con gli elementi della scuola di ballo. La Sarandon dimostra una bravura fuori dal comune nel rappresentare, con delicatezza espressiva e venandoli di comicità, le piccole nevrosi domestiche e il sospetto del tradimento. Peccato che non le sia riservato più spazio nel finale che meritava forse di vederla in pista. Come non citare inoltre, Lisa Ann Walter (Bobbie) e Stanley Tucci (Link Peterson), vero nucleo della commedia, entrambi capaci di calamitare il sorriso del pubblico e di mantenere alto il tono della pellicola con duetti e trovate che non tramontano mai. All’opposto la figura, forse troppo dimessa, di Paulina (Jennifer Lopez) che troneggia solo nei pezzi ballati, soprattutto a causa della prorompente fisicità della Lopez, stentando nei dialoghi (poco curati).

Va da sé che la formula della commedia musicale funzionerà a prescindere dai particolari, ma c’è da dire che alcune scelte rimangono discutibili. In particolare i dialoghi che risultano poco incisivi mentre la colonna sonora prevede un mix di salsa, merengue, valzer e tango che non sempre riesce ad accompagnare adeguatamente le scene. Infine le ambientazioni che risultano ripetitive e poco studiate. Dunque, non un film di grande levatura, ma di coinvolgente intrattenimento che prende per mano lo spettatore e lo fa ballare a ritmo di mambo e risate lasciandolo cadere a tratti, come in un casqué stilistico, per poi riacciuffarlo prima che sbadigli.

Filmografia
Serendipity (2001)
Town & Country (2001)
The Mighty (1998)
Funny Bones (1995)
Hear My Song (1991)
Treacle (1987)

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