Se questa è una coppia
Come nasce l’amore? Come muore? Ci sono delle avvisaglie?
Ozon tenta di fornire una risposta a queste domande rappresentando cinque momenti che hanno segnato la vita in comune di due persone, usando l’espediente non troppo originale (già collaudato, ad esempio, da Jane Campion in Due amiche, o da Pinter nell’opera teatrale Tradimenti) di mostrare la storia al contrario. Abbiamo così modo di scoprire che Gilles e Marion divorziano ma sono separati da sempre, continuano a essere due unità che nessuna aritmetica riucirà mai a unire. Non a caso, sullo sfondo del loro primo bacio c’è già un tramonto.
L’amore malraccontato
Il tasto dolente dell’opera è sicuramente la sceneggiatura: l’assurdità di certi episodi messi in scena non può lasciare indifferenti. Si resta indecisi se scoppiare a ridere o limitarsi a scuotere la testa. Probabilmente è intenzionale da parte del regista mostrare i due sempre disuniti (dopo la proclamazione del divorzio, lui quasi la violenta mentre lei pensa a tutt’altro; la prima notte di nozze lui s’addormenta e lei, uscita a passeggiare, si mette a flirtare con un camionista; lei partorisce e lui non si fa vivo per ore), ma man mano che le immagini scorrono sullo schermo si prova un forte senso di irritazione: viene letteralmente da domandarsi come i due personaggi possano essere stati insieme tanto tempo in una situazione del genere. Peccato perché gli attori danno il meglio di sé: Valeria Bruni Tedeschi finalmente recita, trovando forse congeniale la parte di una donna masochista e sottomessa come Marion. Stephane Freiss è in piena forma.
L’amore vivisezionato
L’uso della macchina da presa è gelido, troppo. Pare quasi di sentire il clangore di un bisturi che sventra con indifferenza la vita e le dinamiche di queste due persone. Tale procedimento sarebbe giustificabile se il risultato fosse quello di scavare profondamente nel dolore, nell’amore, nella personalità dei personaggi, invece rimane un’impressione di superficialità. Gilles e Marion restano lontani da noi come pesci osservati attraverso la boccia.
Alla sensazione generale di freddezza contribuisce volutamente l’aver diviso la vicenda in quadri conchiusi: la stessa parola “quadro” evoca un qualcosa di rigido, di statico, che si osserva da lontano.
Tanto distacco mal si adatta a un sentimento irrazionale e impalpabile come l’amore, che qui finisce per nascondersi. Con questa sua scelta Ozon non riesce a coinvolgere lo spettatore nella vicenda, né a farlo riflettere, abbandonandolo in un tedio infastidito.
L’amore cantato
Un discorso a parte merita la colonna sonora, pienamente indovinata. Ogni riquadro, tranne l’ultimo, si chiude con la presenza di un corridoio o di una scala a simboleggiare un collegamento fra una fase della vita della coppia e la successiva. E’ a questo punto che , di volta in volta, partono le più suggestive canzoni della musica italiana anni 60: Bobby Solo, Paolo Conte, Nico Fidenco, Gino Paoli, forse un omaggio al primo incontro di Gilles e Marion, avvenuto durante una vacanza nella penisola.
Curiosità:
Il figlio di Marion e Gilles nasce il 15 Novembre, compleanno di Ozon.
FILMOGRAFIA
• 5×2 cinq fois deux (2004)
• Swimming Pool (2003)
• 8 femmes (2002)
• Sous le sable (2000)
• Gouttes d’eau sur pierres brûlantes (2000)
• Les Amants criminels (1999)
• X 2000 (1998)
• Scènes de lit (1998) Sitcom (1998)
• Regarde la mer (1997)
• L’ Homme idéal (1996/II)
• Une robe d’été (1996)
• Jospin s’éclaire (1995)
• La Petite mort (1995)
• Action vérité (1994)
• Une rose entre nous (1994)
• Victor (1993)
• Thomas reconstitué (1992)
• Deux plus un (1991)
• Peau contre peau (1991)
• Le Trou madame (1991)
• Une goutte de sang (1991)
• Mes parents un jour d’été (1990)
• Les Doigts dans le ventre (1988)
• Photo de famille (1988)
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