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A spasso nel tempo

A spasso nel tempo

I paradossi temporali hanno sempre affascinato il cinema e la letteratura: la logica dell’assurdo che ne sta alla base ha ispirato molte puntate di Star Trek, il primo Terminator (The Terminator, James Cameron, 1984) e altri pilastri del genere fantascientifico. Ecco, ora dimenticate tutto questo: piuttosto, avete presente i fumetti in cui Topolino e Pippo vengono chiamati da Zapotec, inventore della macchina del tempo, per essere spediti nel passato ad indagare su qualche mistero storico? Timeline è esattamente così, senza però la presenza carismatica di Topolino e Zapotec.
Tecnicamente il film è realizzato bene, come quasi tutti i film di Hollywood. Gli effetti e le scene di combattimento sono di livello medio-alto, i costumi molto belli (se non si hanno pretese di fedeltà storica). Del resto Richard Donner, che già aveva diretto in ambito medioevale il poetico Ladyhawke (id., 1985), non si può certo definire un regista alle prime armi: dal 1975 (The Omen) ha diretto un gran numero di blockbuster eterogenei (Superman, I Goonies, la serie di Arma Letale, la serie di Free Willy), certo non è un regista di cui si ricorda l’impronta stilistica ma se non altro conosce bene il suo mestiere.

Quello che fa davvero ridere (o piangere) è la sceneggiatura, un vero capolavoro trash che un po’ stona in un film a budget medio-alto, tra l’altro così serio nella realizzazione tecnica. I dialoghi sembrano improvvisati lì per lì davanti alla cinepresa dagli stessi attori, peraltro quasi tutti piuttosto mediocri, e la storia fatica a decollare fino a metà film. Quello che accomuna tutti i personaggi, buoni e cattivi, sembra essere la totale stupidità, la mancanza di logica elementare nel loro comportamento. Ognuno di loro dà l’impressione di fare di tutto per cacciarsi nei guai, se alla fine i buoni trionfano è solo perché i cattivi si sono dati da fare più di loro per auto-affossarsi. Da un lato questo penalizza parecchio la drammaticità, dall’altro può costuire il motivo principale per andare a vedere il film: si tratta di un popcorn-movie estremamente divertente, anche se la comicità è del tutto involontaria. Sconcerta infatti quanto il regista prenda sul serio ogni idiozia messa in atto dai personaggi, cercando di elevarla al rango di azione eroica, con effetto esilarante.
L’unica perla in un marasma di azioni insensate e colpi di scena telefonati (l’archeologa che all’inizio del film, di fronte ad un bassorilievo devastato, commenta “chi è stato il f. d. p. che ha fatto questo”, e poi sarà lei, nel passato, a distruggerlo) è la storia d’amore tra Andre Marek (Gerard Butler) e Claire (Anna Friel), commovente e poetica oltre che ben interpretata da quelli che sembrano essere gli unici attori di un certo spessore. In particolare la rossa Anna Friel surclassa la protagonista Frances O’Connor (A.I., Windtalkers), essendo decisamente più bella e più brava, ed è un peccato che il suo personaggio compaia così poco.
Le scenografie e i costumi, come già detto, sono fatti bene e danno al film un’atmosfera verosimile, anche se non necessariamente di ricostruzione storica. Le armi sono state curate dal veterano del mestiere Simon Atherton (Mission, Aliens, Braveheart, Gladiator), e le macchine da assedio nella battaglia finale sono impressionanti nel loro perfetto funzionamento.

In generale il film si prospetta come un’opera dalle pretese volutamente non eccessive: non si balza sulla sedia né ci si pongono quesiti sui massimi sistemi, ma il film scorre sugli spettatori senza annoiarli. Anche visivamente viene mantenuto questo registro medio, improntato all’eleganza più che alla spettacolarità: le battaglie sono violente ma non particolarmente sanguinose, le scene di viaggio nel tempo sono, per scelta, del tutto prive di effetti speciali. Tutto questo non fa che aumentare l’efficacia comica della farraginosa sceneggiatura, come un Buster Keaton che fa ridere proprio perché lui non ride mai. Se avete intenzione di passare una serata leggera, piegati in due dalle risate di fronte alle incredibili difficoltà che incontrano i protagonisti dovendo evadere da una capanna di fango e paglia, o ascoltando improbabili sproloqui sul fuoco greco e altre meraviglie archeologiche, è il film che fa per voi. Se invece siete a caccia di emozioni forti o semplicemente di un bel film di fantascienza, cercate altrove…

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