Il pescatore di sogni: Questa è una presa in giro
Tratto dall’omonimo libro di Paul Torday, Il pescatore di sogni è una commedia senza troppe pretese e satura di buoni sentimenti, sorretta da grandi nomi in bellavista sulla locandina per attrarre il pubblico. Primo fra tutti Ewan McGregor, per non parlare poi di Emily Blunt e Kristin Scott Thomas. Il cast eccellente e di una bravura indubbia in qualsiasi ruolo, però, non è sufficiente a salvare una sceneggiatura così scontata, anche se nata da un’idea molto originale, che può far sognare le persone amanti delle storie impossibili.
Di primo acchito, salta subito all’occhio la figura pretesto dell’intreccio, lo sceicco (Amr Waked): da un lato rappresenta l’oriente che vuol venire incontro all’occidente, i buoni sentimenti, la fede al di sopra di tutto; dall’altro il milionario viziato che, per l’ossessione della pesca, vuole sfidare le leggi della natura. La contraddizione, però, entra in secondo piano per essere sottolineato, invece, lo scontro tra ragione e fede, tra Alfred e lo sceicco. Suddividendo il film per ragioni pratiche in due grandi parti, la prima è molto avvincente, grazie ai diverbi e alle discussioni in stile british, mentre la seconda è tutta in discesa ripida verso un finale da commedia, facilmente intuibile. Molto azzeccato risulta il continuo utilizzo dello split screen, soprattutto usato per le conversazioni tra la cinica Kristen Scott Thomas – il personaggio più riuscito del film – e i suoi subordinati, schiavi della diplomazia. L’uso continuo di sms, le inquadrature a schermi pc, le continue letture di email giustificano la rivisitazione del libro basato esclusivamente da scambi in terza persona e mai in prima.
Nonostante qualche caduta di stile, o qualche rallenty di troppo, il film è sorretto dalla struttura classica della commedia sentimentale e scacciapensieri, come ci si poteva aspettare dal regista Lasse Hallström. Il pescatore di sogni è, in definitiva, un film azzeccato per un appuntamento, ormai spacciato, di un tiepido venerdì sera di maggio.
Curiosità
Nel libro di Torday, il personaggio di Kristin Scott Thomas, l’addetto alle pubbliche relazioni del primo ministro, non è una donna, bensì un uomo. Alfred, invece, è un uomo alla fine della mezza età, ma per la versione cinematografica il produttore Paul Webster ha immaginato un uomo un po’ più giovane, e voleva assolutamente Ewan McGregor per il ruolo.
A cura di Vincenzo Ligresti
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