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La favola manca all’appello. Come lo straniero.

La favola manca all’appello. Come lo straniero.

Questo è il film di chi vuole “la botte piena e la moglie ucraina”, come esclamerebbe il Mariso interpretato da Diego Abatantuono (alter ego di un assessore del Nord-Italia che tempo fa si divertiva a esclamare, con tanto di video caricati in rete, la propria indignazione nei confronti dei cittadini extracomunitari). E il titolo del film di Patierno (al terzo lungo dopo Pater Familias e Il mattino ha l’oro in bocca) suona un po’ come una di quelle esclamazioni che si dicono a voce alta quando si assiste a qualche cosa di insolito, di assurdo appunto, qualcosa fuori dal normale che arriva da un altro mondo. Un’espressione che lascia il sorriso sulla bocca, oppure un’amarezza di fondo, un sottile strato di malinconia e rassegnazione di fronte a qualcosa che non si può cambiare o impedire.

Il titolo, quindi, pare azzeccato, tenuto conto anche della sua ambiguità: si ride sulle assurdità dell’Italia di oggi (ma che forse non sono solo dell’Italia e, forse, non sono solo di oggi). Per dirla con un’altra massima: si stava meglio quando si stava peggio, sembra esclamare qualche altro personaggio del film. E va detto che la vicenda potrebbe ambientarsi in qualunque città d’Italia, ma (intanto) è ambientata nel Nord-Est italiano, in Veneto (le riprese sono a Bassano del Grappa e Treviso).
Si tratta certamente di una commedia che vuole giocare con gli stereotipi dell’italietta razzista e opportunista, senza sprofondare nel ritratto sociologico, che fa ridere pur mantenendo un tono malinconico e a tratti pungente.

Interessante, oltre all’idea geniale di partenza (ma che va precisato, non è del tutto originale in quanto riadatta alla situazione italiana lo spunto di un altro film intitolato A day without a Mexican, di Sergio Arau del 2004) il fatto che i tre interpreti principali (Abatantuono, Lodovini e Mastandrea) ripropongano il già visto di se stessi come se Patierno volesse mettere in mostra un altro stereotipo, qualcosa di già conosciuto.
Abatantuono è il solito gradasso che si sente un dio, ricco, puttaniere romantico, dittatore sul posto di lavoro, la Lodovini è la solita maestra sensuale e idealista, che ama lo straniero (un po’ come in La giusta distanza), Mastandrea, poliziotto, è il solito stralunato alle prese con una mamma particolare (qui fa ridere quasi come in Non pensarci e ha lo sguardo malconcio di La prima cosa bella. Scena cult: lui in accappatoio che vaga per le strade della città deserta).
Questo gioco costruito sulle ripetizioni (lo spettatore è di fronte ad un già visto, si sente quindi vicino, partecipe, come a casa) che richiama pure gli stereotipi italiani (le badanti straniere, gli operai stranieri, i ricchi imprenditori volgari con tanto di televisione privata), può non piacere ma funziona e può davvero diventare una chiave di lettura del film, che in fondo non è così banale come ci si potrebbe aspettare.

Patierno racconta un’Italia che risulta involontariamente comica. Lo fa mantenendo quasi sempre un ritmo incalzante (il film zoppica a metà ma si risolleva con un finale curioso che prende le distanze dal film ispiratore) e le risate sono garantite. Certamente, però, non basta mostrare un gruppo di bambini per attribuire al film i toni della favola, anche se avrebbe tutte le carte in regola per trasformarsi in una favola con tanto di mistero da risolvere. Patierno ci prova ma sembra chiedersi poco e qui inciampa e cade perché il suo film è troppo ambiguo e “scorretto” per mantenere l’imprinting della favola (Tutti per uno di Goupil, quello sì, è una favola politica con bambini, dove gli adulti escono ammaccati, sconfitti).

E su questo punto il film si ridimensiona, si avvicina a Benvenuti al Sud (ma non vuole dirselo perché preferisce prendersi sul serio) e a tanta altra commedia italiana che quando si accorge di rischiare, si ritira e si accontenta di strizzare l’occhio. E questa ambiguità rende il film meno interessante.

Curiosità
Il film è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 68 nella sezione Controcampo Italiano.

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