hideout

cultura dell'immagine e della parola

Le donne del 6° piano: Cambiare vita

Cambiare vita

Il film è ambientato nel 1962, ma lo spunto, per certi versi, è di attualità. Nelle nostre case, ad accudire un anziano parente, o in quelle dei nostri vicini, da un certo numero di anni è assai frequente la presenza di donne provenienti da terre lontane. Donne di cui sappiamo ben poco e che, se solo ci fermassimo ad ascoltarne le storie, potrebbero raccontarci di viaggi, di affetti lontani, di incertezze e di rischi che – di fronte alle nostre vite tutto sommato ordinate e, bene o male, prevedibili – assumerebbero dimensioni quasi epiche. Le donne del 6° piano, raccontando vicende di cinquant’anni fa, non può dunque non far pensare a situazioni più vicine a noi (e quando nell’epilogo, ambientato tre anni dopo, il protagonista dice che ora in Francia ci sono le portoghesi nella stessa situazione delle spagnole sembra proprio alludere al fatto che la situazione vissuta dalle protagoniste del film è, mutatis mutandis, simile a quella vissute da donne di altre nazionalità in tempi diversi).

Il film gioca garbatamente con gli stereotipi nazionali ed è ben confezionato, avvalendosi di una fotografia elegante e di una ricostruzione ambientale curata. L’umorismo è leggero e – malgrado l’accenno a questioni come la barbarie della guerra civile spagnola e la durezza del franchismo – di tono sostanzialmente spensierato. I contrasti di classe sono trattati all’acqua di rose e le questioni accennate rimangono uno sfondo appena abbozzato. Le cameriere rimangono figurine tratteggiate in modi piuttosto convenzionali. Più sfaccettati sono i personaggi dei due coniugi (grazie anche alla sensibilità dei loro interpreti, Fabrice Luchini e Sandrine Kiberlain): anche la moglie a un certo punto è colta da dubbi sulle sue scelte di vita e sul suo ambiente. Lievemente caricaturali sono tutti i personaggi di contorno – non tutti, per la verità, pienamente riusciti: i due figli del protagonista, ad esempio, non ci paiono ben focalizzati (l’impressione è che il montato finale abbia scartato molte delle scene che li riguardavano, per cui i due rimangono senza un carattere ben definito comparendo nel film giusto per dar vita a qualche facile situazione umoristica).

È un peccato che, con l’epilogo in cui il protagonista si reca in Spagna, il film opti per un happy ending appiccicato e senza mordente, a livello – verrebbe da dire – del Pieraccioni più dozzinale e scontato. È un finale che lascia cadere tutti i risvolti che la trama poteva aver sollevato (i dubbi sulla possibilità di conoscere davvero le persone che ci stanno vicino, ecc.). Tolta questa caduta finale, Le donne del 6° piano rimane una commedia un po’ evanescente ma senza dubbio gradevole.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»