Maturi con 60
“Qual è il momento che dalla pioggia si passa alla non pioggia? Dove è il punto che un millimetro più in là piove, e un millimetro più in qua non piove. Esiste?”. Parafrasando la domanda di Paolo Nori ci si può chiedere quale sia il momento in cui si passa dall’immaturità alla maturità. Esiste? Paolo Genovese con il suo film non punta certo a una riflessione profonda, ma scatta una divertente fotografia del problema che pare essere uno degli snodi fondamentali per la generazione degli over 30 di oggi, magari insoddisfatti delle proprie situazioni ma troppo spaventati dall’idea di provare a cambiarle. Immaturi racconta la storia di un gruppo di ex compagni di liceo ai quali viene comunicato che il loro esame di maturità è stato annullato. Un’ipotesi che per molti sarebbe probabilmente più adatta a un horror che a una commedia.
Per i personaggi del film questa è l’occasione per incontrarsi di nuovo a distanza di anni e anche di risolvere questioni lasciate aperte ai tempi della scuola. Divertente, carino, ritmato, il film scorre via senza intoppi tra una risata e l’altra. La sceneggiatura è ben bilanciata e il pubblico che cerca una serata all’insegna della spensieratezza può uscire soddisfatto dal cinema. Soprattutto quelli che si identificheranno nei trentenni tratteggiati da Genovese: quegli ormai ex-ragazzi che ancora vivono in famiglia, oppure quelli che sono angosciati dall’idea di una relazione fissa o della creazione di una famiglia. Nell’anima, invece, i protagonisti si portano la nostalgia per le partite a biglie sulla spiaggia, la passione per le colazioni all’alba coi cornetti appena sfornati, il panico generato dal dito del professore che scorreva l’elenco prima di un’interrogazione e il cuore che batteva in gola solo alla vista della ragazza che ti piaceva. Il cast è indovinato: Luca e Paolo, Ambra, Bova e compagni si muovono bene all’interno delle storie che si intrecciano, con una nota di merito per un Ricky Memphis che indossa i panni dell’eterno bamboccione. Forse Genovese resta un po’ troppo ancorato a stereotipi e sentieri facili per ritrovarsi tra le mani un grande film, ma in tempi di cinepanettoni appena scaduti ci si può accontentare di una commedia piacevole che raggiunge l’obiettivo di divertire.
Alla fine però non abbiamo risolto la nostra questione iniziale. Come canta Alex Britti nella canzone che chiude il film: “Noi cerchiamo una risposta, ma poi quando la troviamo scappiamo via […] Noi adulti di nascosto, ma che forse adulti non saremo mai”. E allora la vera domanda da porsi è: si diventa mai davvero maturi? Se lo scoprite, fatecelo sapere.
Curiosità
Luca Bizzarri interpreta il ruolo di un deejay radiofonico. L’emittente RTL ne ha approfittato per farsi pubblicità e ha fatto fare le riprese di alcune scene nei propri studi di Roma. È proprio Paolo Kessisoglu a cantare la versione “acustica” di Born to Be Alive che c’è nel film.
A cura di Claudio Garioni
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