hideout

cultura dell'immagine e della parola

Un alieno a Roma: giorno 5

C’è un umano dai grandi poteri. Poteri di cui noi alieni possiamo disporre grazie anche alla selezione artificiale della nostra specie.

Mark Zuckerberg, un americano giovanissimo e che si veste in maniera molto stramba rispetto a buona parte dei suoi simili. Ciabatte e calzini, a volte usa il pigiama per andare a incontrare persone importanti. È quello che noi alieni chiameremmo individuo “esoanormale”, qui invece gli umani lo chiamano “nerd”. La sua storia è quella legata anche ai suoi miliardi di denari terrestri che dispone per un invenzione controversa: Facebook. Che io traduco “Libro delle facce”, e che in effetti ha un po’ quest’aspetto, ma come il titolo del film è in realtà un “social network”. Cos’è? Beh, è una specie di piattaforma virtuale dove tutti si conoscono. Praticamente un universo parallelo. Creato da uno che di amici ne aveva pochi e che di nemici se ne è fatti molti, nonostante sia un nerd.

La “nerdology” sta diventando quasi una religione di cui Mark ne è il mito. Il film è di un tale David Fincher, regista che nonostante la sua recente fama qui sulla Terra, appare già sui miei libri dell’Accademia Stellare. Un maestro, davvero, lo riconosco e sono felice di avere visto la sua ultima opera. Il protagonista durante l’intervista (io mi ero trasformato in una giornalista babbiona grazie al mio dissuasore di identità) è stato molto simpatico. Anzi, secondo i miei studi ha il tipico umorismo da americano ebreo, infatti Jesse Eisenberg è di famiglia ebrea. Alla domanda di un altro della stampa sul cosa pensasse del fatto che alcuni critici americani parlassero di un Oscar per lui, ha risposto sarcasticamente: “Forse lei si riferiva a quello che ha detto mia madre?”

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»