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Un sogno ad occhiali(ni) aperti

Un sogno ad occhiali(ni) aperti

Inforcate le lenti per un 3D davvero emozionante e preparatevi a volare verso un dolcissimo sogno: il debutto nell’animazione tridimensionale per Zack Snyder (300, Watchmen) è una prova più che superata. Con precisione, cura infinitesimale per i dettagli e un effetto realtà che non ha niente da invidiare ad Avatar, il regista ha saputo dar vita a un mondo fiabesco veramente originale, concepito per i più piccoli ma senza dubbio fruibile anche per gli adulti. Purché non abbiano smesso di sognare.

Il film è tratto dai romanzi I guardiani di Ga’Hoole, scritti dalla naturalista Kathryn Lasky, storie di un regno gufesco in cui si intrecciano legami familiari, epiche battaglie e il bene contro il male, ma con grande fantasia. La storia vede protagonisti proprio due fratelli, due barbagianni alle prime piume, Davide e Golia pennuti in attesa di spiccare il volo. Soren è l’anima letteraria, sognante, che si ritroverà attore principale di quella fiaba, ambientata nel regno di Ga’Hoole, che per tutta la sua giovane vita ha ascoltato e narrato. Kludd rappresenta invece la devianza assetata di onore, pronto a lottare per una gloria indistinta che almeno possa fargli guadagnare la stima del padre. Intorno ai due protagonisti, i crudeli schiavisti (i Puri), i giovani gufetti a caccia di avventure, bizzarri cantastorie e teneri cuccioli dispersi. Sullo sfondo, le meraviglie e le intemperie della natura, verso la battaglia finale con tanto di imprevisto non così scontato. “Noi siamo quello che sogniamo” è il memento serpeggiante in tutto il film. Ma non di meno il sogno è, nel film, attanagliato da veri e propri incubi con più d’una venatura dark (il “bagno lunare” e la mesta marcia dei gufetti ipnotizzati potrebbe far spavento ai più piccini). Le riprese dei voli, dalla prospettiva degli uccelli, aumentano notevolmente l’empatia dello spettatore, che ha la sensazione di viaggiare aggrappato al piumaggio dei volatili, reso con estremo realismo.

Abbandonati gli eccessi, caricaturali per alcuni, esaltanti per altri, di 300, Snyder forse mette a segno il suo colpo più riuscito sotto tutti i punti di vista, sia visivo che narrativo, nonché per quel che riguarda la caratterizzazione dei personaggi. Ciascun elemento è un possibile specchio della nostra umanità, un tiro messo a segno da Snyder in maniera molto più efficace di quanto fatto da Spike Jonze con Nel regno delle creature selvagge, in cui i lignei e umanoidi mostri non riuscirono a comunicare alcuna idea precisa.

Curiosità
Si sono divertiti a dar voce ai volatili, nella versione originale ahinoi non concessa, attori del calibro di Helen Mirren, Geoffrey Rush, Jim Sturgess e Hugo Weaving.

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