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Venezia, i film:
Potiche

Catherine Deneuve in PoticheNella giornata in cui la commedia la fa da padrone anche la Francia cala il suo asso nella manica con François Ozon e il suo Potiche, molto apprezzato e applaudito dalla critica. Senza dubbio stella incontrastata è Catherine Deneuve, ironica, pungente, accattivante, perfetta, da oggi, come la Portman, sicuramente in lizza per un premio come miglior attrice.

L’attrice parigina, già vincitrice nel 1998 di una Coppa Volpi per Place Vendôme, regala una delle prove più divertenti della sua carriera. Moglie di un imprenditore di un’azienda d’ombrelli, per scongiurare il linciaggio del marito durante uno sciopero, decide poi di sostituirlo alla guida della fabbrica. Da bella statuita casalinga (‘potiche’ letteralmente si potrebbe tradurre come oggetto che abbellisce) a ottima imprenditrice (nel fatturato e con i dipendenti) fino ad essere eletta nuovo sindaco della città, a discapito dell’ex amore (Gerard Depardieu), sindacalista appesantito dalla vita.

Doppi sensi e battute al fulmicotone completano il quadro per una delle pellicole migliori viste al Festival. Tratta dalla pièce teatrale (1980) di Barillet e Grédy, la pellicola di Ozon non sbaglia, funziona e convince. Se poi è una donna come la Deneuve a dirigere, allora tutto va per il verso giusto.

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