hideout

cultura dell'immagine e della parola

Venezia, i film:
Black Swan

Natalie Portman nella locandina di Black SwanLa Mostra apre ufficialmente le danze, possiamo dire nel vero senso della parola, con Black Swan, ritrovando così uno dei suoi “figli” prediletti, quel Darren Aronofsky, che a distanza dal Leone d’Oro con The Wrestler (era il 2008) e del suo debutto nel 2006 (The Fountain), torna per la terza volta in concorso al Festival.

La danza, nello specifico il balletto classico, torna nuovamente protagonista al cinema e lo fa con un’opera ben orchestrata, ma non del tutto convincente. New York e la produzione de Il lago dei cigni sono lo sfondo in cui una giovane ballerina, Nina (Natalie Portman) si contende con un’altra collega (Mila Kunis) l’ambito doppio ruolo di cigno bianco e nero. Una rivalità non soltanto fisica, ma anche psicologica, che condurrà la Portman a dover lottare contro le proprie paure (e allucinazioni) senza mai aver la piena certezza e consapevolezza che la competizione sia davvero in essere. Un’esplorazione del lato oscuro della protagonista, quello più nascosto e ambiguo, al momento giusto però pronto a tutto per portare a termine al meglio la propria performance. Lo sforzo analitico di Aronofsky è lodevole, ma non straordinario. I tentativi documentaristici (preparativi, metolodogie, filosofie) sono interessanti, come anche l’indagine sul tema della dualità e sulla psicologia della protagonista. Se stonature ci sono, possiamo solo in rintracciarle in qualche scena (baci saffici, eccessivi momenti onirici) che forse si sposano poco con i ritmi della storia. Ma è poca cosa.

Rispetto ad altri anni, la scelta di aprire con Aronofsky è stata sicuramente più di sostanza e meno glamour, un riconoscimento importante per un autore indubbiamente tra i più interessanti della sua generazione. “The Wrestler e Black Swan – dice il regista – hanno dei tratti comuni. Anche se le storie sono diverse e seguono un loro percorso, in entrambi c’è però la presenza del corpo, usato in maniera intensa e fisica. È un film che io e Natalie abbiamo fortemente voluto fin dal nostro primo incontro nel 2002”. Natalie Portman poi è semplicemente magnifica, perfetta. Lei che la danza l’ha davvero “masticata” fin dai 4 anni, porta a compimento uno dei suoi ruoli migliori, traghettando da protagonista assoluta tutta la storia. Una parte difficile, ma che la inserisce fin da ora, se non tra le papabili per la Coppa Volpi come miglior attrice, quanto meno per una possibile nomination ai prossimi Oscar.

Non c'è ancora nessun commento.

Lascia un commento!

«

»