L’eclissi della passione
Eccoci di nuovo di fronte all’ennesimo fenomeno di costume da spiegare e razionalizzare. Da una parte il successo clamoroso per cui impazziscono ragazzine (ma non solo) di tutto il mondo e dall’altra il film da recensire in quanto opera cinematografica. Togliamoci dunque di torno le incombenze e diciamolo forte e chiaro: The Twilight Saga – Eclipse è noioso, con dialoghi spenti e reiterati, situazioni al limite dell’imbarazzante, una trama per nulla avvincente dove la battuta migliore è “ma non ce l’hai una maglietta?”, difficile da seguire per i non avvezzi alle imprese di Bella & Co. ed estenuante per chiunque abbia avuto relazioni amorose dopo i 14 anni. I fan della saga a questo punto staranno già maledendo questa pagina, la persona dietro alla sua firma, nonché il sito intero, perché quando c’è di mezzo il fandome la ragione è l’ultima delle componenti da prendere in considerazione. Ma ragazze, noi vi capiamo, l’amore per Edward è una cosa, ma anche voi dovete capire noi: il cinema ha le sue regole.
Eclispe, terzo episodio della saga Twilight, tratto dal libro scritto dalla mormona Stephanie Meyer, racconta una storia d’amore in un contesto fantasy horror. Niente di nuovo sotto l’ombra (son vampiri), ma l’evento che probabilmente ha fatto davvero breccia nei milioni di fan è semplice: quando trovi il tuo principe azzurro (o principessa) nessuno ti potrà separare da lui (o lei). Una dimensione favolistica che ormai non esiste più nemmeno nelle favole. Se ogni generazione ha bisogno del suo mito da poster, dobbiamo farcene una ragione: quella attuale ha scelto Edward, Bella e Jacob. Fenomeni passeggeri, che passano e ritornano, generalmente innocui e contagiosi (Il tempo delle mele, Dirty Dancing, Titanic). Sarà colpa di una generazione più desiderosa di leggerezza, ma per la prima volta ci troviamo di fronte a un film cinematograficamente attaccabile da ogni punto di vista. Nella sua ingenuità, la sceneggiatura di Il tempo della mele sapeva ben raccontare gli impulsi adolescenziali in un contesto adulto, mentre in Dirty Dancing la passione tra Baby e Johnny alle soglie dei cambiamenti degli anni Sessanta era davvero contagiosa. Per non parlare di quel capolavoro mélo che è Titanic. Qui invece la pochezza è imbarazzante: un amore a prima annusata che non cresce mai e desidera rimanere fermo per l’eternità. Nel capitolo Eclipse si cerca di andare oltre, con Bella che vuole concedere la sua verginità al vampiro glitterato Edward, che però si nega perché prima bisogna sposarsi. Come contraltare c’è il licantropo glabro Jacob, che dimostra a Bella ben altro interesse (in originale, la battuta “I’m hotter than you” è forse l’unica trovata degna di nota). E se per un momento ci speri, loro no, il triangolo non l’avevano considerato. Infatti, nella scena più involontariamente comica, all’interno di una tenda, lei dorme beata tra i due spasimanti che non fremono, ma blaterano su cosa offrirebbero a lei, principessa dei loro (poveri) reami emotivi. Alla fine non ci resta altro che sperare che i due si dedichino l’un l’altro come in Brokeback Mountain e lascino la povera ragazza a vivere davvero la sua vita, ma ovviamente non accade.
Poteva essere un drammone sentimentale con venature gore, ma il risultato è una serie di immagini mal dirette dal David Slade di 30 giorni di buio, da cui ci si aspettava almeno una battaglia più avvincente, con una colonna sonora di grande potenzialità utilizzata mediocremente, primi piani soapoperistici, baci rubati e inquadrature da utilizzare pari pari per gli adesivi delle prime pagine dei teen magazine. Almeno per ora, il peggiore capitolo della saga, sicuramente il più noioso e difficile da seguire. Ma se questo è il poster scelto da questa generazione, dovremmo farcene una ragione, d’altronde di fronte a Abercrombie & Fitch c’è sempre la coda…
A cura di Sara Sagrati
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