Schegge da Cannes
La normalità di Leigh
La stampa applaude con forza l’ultimo lavoro di Mike Leigh, Another Year, presentato in concorso, e che staserà sfilerà sul red carpet. Una grande lezione di cinema, per un habituè della Croisette (vinse con Segreti e bugie nel 1996), che regala finora la pellicola migliore vista al Festival. Non assistiamo per niente a situazioni complesse, ma a storie, che nella loro semplicità, dicono di più di tanti intrecci elaborati. Una coppia di mezza età che vive felicemente unita, un figlio che trova la fidanzata e la presenta in famiglia, un’amica insoddisfatta della vita e che cerca insistentemente conforto, il lutto per la propria compagna, ma c’è anche il rifiuto di un sentimento, l’alcol come via di fuga.
Leigh costruisce dei personaggi che sanno raccontarsi, ma che ci mostrano solo gli effetti di quello che gli accade, senza la retorica o il melodramma di circostanza. Raccontano la quotidianità. E in questo racconto, gli attori sono una squadra perfetta: c’è Imelda Staunton, Jim Broadbent, Ruth Sheen, ma soprattutto Lesley Manville, papabile per un premio come miglior attrice. Ma soprattutto c’è un lavoro di scrittura e regia, superbo e commovente. Altro capolavoro sulla normalità e sulle sfumature della vita, che, ad oggi, meriterebbe la Palma d’Oro.
A cura di Andrea Giordano
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