Il piccolo principe e l’aviatore
«Non sono Forrest Gump» dice Adam, quando Beth gli regala una scatola di cioccolatini. Adam è affetto dalla sindrome di Asperger e poco ha a che spartire con il ragazzo di Grimbow che correva per gli Stati Uniti. La sua forma di autismo consiste in un disordine che rende complicato comprendere le reazioni e i pensieri altrui. La sua grande passione per l’astronomia lo rende facilmente paragonabile a un piccolo principe arrivato dallo spazio.
Ed è proprio così che inizia il film di Max Meyer: «Il mio libro per bambini preferito parla di un piccolo principe che arriva sulla terra da un asteroide lontano» dice Beth, scrittrice per l’infanzia appena trasferitasi nel palazzo di Adam, che continua così: «Egli incontra un pilota il cui velivolo si è schiantato nel deserto. Il piccolo principe insegna al pilota molte cose, soprattutto sull’amore. Mio padre ha sempre detto che sono come il piccolo principe. Ma dopo aver conosciuto Adam, mi sono resa conto di essere sempre stata il pilota». Con un occhio ai dettagli e una colonna sonora appoggiata sui tasti di un pianoforte, Adam racconta questa strana love story in cui una bandiera americana piegata sembra il cappello dell’apprendista stregone e i giorni dell’autunno newyorkese scorrono via consumando scatole di maccheroni al formaggio congelati. Meyer dirige con delicatezza e ritmo lento. Tutto in questa storia d’amore in apparenza impossibile è avvolto da un’aria di tristezza, nella quale emergono i due protagonisti, autori di una prova decisamente convincente: Hugh Dancy è impeccabile, Rose Byrne incantevole.
Peccato che il film non riesca però ad andare oltre le aspettative: Adam resta quindi un prodotto discreto senza quel salto di qualità che avrebbe potuto renderlo un gioiellino. Purtroppo infatti i dialoghi e la trama non escono dall’anonimato e così si ha la sensazione di aver assistito a un’occasione sprecata, nonostante nel complesso il film risulti piacevole e malinconico come When I Find You cantata da Joshua Radin e Maria Taylor.
Curiosità
Il film è stato premiato al Sundance Film Festival nel 2009 con l’Alfred P. Sloan Feature Film Prize.
A cura di Claudio Garioni
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