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cultura dell'immagine e della parola

Sotto quel cielo
Berlino, giorno 6

Julianne Moore e Lisa Cholodenko, interprete e regista di The Kids are all rightMentre la platea del pubblico e degli addetti ai lavori ancora discuteva sul film iraniano The Hunter, la vera sorpresa viene dall’America, e più precisamente dal Sundance. The Kids are all right di Lisa Cholodenko, dopo la presentazione al festival di Robert Redford, arriva a Berlino fuori concorso suscitando grandi applausi e tante risate in sala. Una commedia ben scritta che propone una coppia di lunga data con figli. Si tratta però di due donne, le strepitose Annette Benning e Julianne Moore, costrette a dover fare i conti con Mark Ruffalo, il padre naturale dei due figli, avuti attraverso inseminazione artificiali. Il tema è affrontato in maniera leggera e divertente, forse anche fin troppo edulcorato, riuscendo però a mettere tutti d’accordo. Visto il tema, annoso in Italia, avevamo già segnato il titolo come imprescindibile disperso da recuperare, e invece la buona notizia è che Lucky red lo ha acquistato, permettendone la visione al pubblico italiano. Julianne Moore, presente a Berlino insieme alla regista (già collaboratrice della serie L World) ha raccontato che il progetto non è stato di facile realizzazione, avendo avuto molte difficoltà nel trovare finanziamenti.

Di tutt’altra pasta gli altri film in concorso della giornata. Il già citato iraniano The Hunter di Rafi Pitts ha diviso. Alcuni lo hanno trovato un possibile candidato all’orso, altri non ne hanno sopportato l’esagerata metaforizzazione. In effetti si tratta di un opera dal ritmo lento, eticamente forte, che si basa sull’idea che le armi e la violenza sono sempre sbagliati: nel film ogni colpo di arma da fuoco colpisce la persona sbagliata. Sicuramente ha un suo pubblico di riferimento, ma sicuramente piccolo. Ai Festival invece questo tipo di film piacciono, quindi staremo a vedere.

Sempre assai festivaliero Bal del turco Semih Kaplanoglu, terzo capitolo della sua personale trilogia denominata Yusuf. Regia sicura e ferma, anzi statica, un bambino protagonista da amare, composizione dell’immagine da studiare, ma facilmente dimenticabile.

Una giornata tutto sommato tranquilla, resa speciale da un timido raggio di sole che ha fatto capolino, scaldando, anche se poco, la temperatura berlinese. Un raggio di sole portato a detta di molti dalla presenza della splendida Julianne Moore, amata da tutti, uomini, donne e gay… e lei ride.

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