Whiteout – Incubo bianco
Entrando in sala per vedere l’anteprima di Whiteout, io e un collega commentiamo preventivamente: “Ho paura di cosa Dominic Sena possa aver fatto dal fumetto di Greg Rucka” “Per lo meno c’è Kate Beckinsale, che è sempre un bel vedere” “Si ma sarà sempre imbacuccata in cento pellicce, sta al Polo Sud…”. Dopo cinque minuti di film, quando l’attrice britannica si spoglia completamente e viene inquadrata da dietro mentre entra in una doccia, io e il mio collega ci guardiamo e sorridiamo, capendo che la direzione che il film sta intraprendendo è forse peggiore di quanto ci possiamo immaginare.
Infatti c’è poco da dire. Whiteout è un brutto film. Solitamente si cerca di uscire dagli stereotipi, analizzando un’opera più in profondità del definirla semplicemente bella o brutta. Ma in questo caso quell’aggettivo mi sembra il più adatto per il film in questione. Basti pensare che nei minuti precedenti allo spogliarello della Beckinsale, si assiste a una simpatica sparatoria su un aereo nei cieli dell’Antartide. Ora, anche il più stolto dei terroristi sa che su un aereo si possono portare dei serpenti mortali, ma di sicuro non si può iniziare a usare un mitragliatore, altrimenti in pochi minuti ci si troverà tutti a sciogliere un po’ di ghiaccio con i propri corpi infuocati. Ma questa è solo una delle tante ingenuità narrative che costellano il film. Anche le lotte tra la neve, che dovrebbero essere il culmine del climax del film, in realtà sono poco comprensibili con tutti i protagonisti incappucciati nella tempesta (ma con il volto scoperto, come mai non si congela come le altre parti del corpo?), in una confusione che ricordiamo solo nell’ultimo, pessimo, Transformers.
Sarebbero da elencare i buchi nella sceneggiatura del film, ma forse non ne vale nemmeno la pena. Si salva qualcosa? Certo, i paesaggi sono stupendi, ma se voglio vedere il vero Antartide (Whiteout è girato in Canada) scelgo il National Geografic, non un film d’azione. E tra l’altro, giusto per informazione, Kate Beckinsale, nella famosa scena della doccia, ha pure usato un body double.
Curiosità
A Greg Rucka, l’autore del fumetto da cui è tratto il film, oltre che produttore esecutivo della pellicola, è stato chiesto perché sia stata inserita la scena della doccia. La sua risposta: “C’è un motivo legato alla storia e ai flashback. Volevamo mostrare il passaggio, nel personaggio di Carrie, dal freddo al caldo. E quindi abbiamo pensato alla doccia”. Chi gli crede?
A cura di Alberto Brumana
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