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Estasi su commissione

Estasi su commissione

Una bambina in stato catatonico in fuga vicino a un mattatoio interrompe bruscamente l’innocuo filmino amatoriale di una tranquilla famiglia francese. Dopo quindici anni, la ragazza riconosce i cattivi e una misteriosa casetta nel bosco diventa una scena del crimine dove i ruoli sono continuamente sovvertiti in un’orgia di iper violenza e carnefici e vittime sadicamente intercambiabili. Vietato ai minori in Francia dopo durissime polemiche, Martyrs è un horror per stomaci, vista e nervi forti che disturba senza tregua lasciando lo spettatore in uno stato di apnea angosciosa assediato da rumori secchi e amplificati e da sequenze sanguinolente al limite del sostenibile. Martellate rabbiose, teste spappolate, scuoiamenti, automutilazioni e agghiaccianti caschi chiodati; una sinfonia maledetta di spari, schiaffi, rantoli, urla strazianti e lamenti disperati che ha provocato l’abbandono di metà sala durante la “coraggiosa” proiezione al Roma Film Fest 2008. Per chi resiste, si insinua lentamente il dubbio che il feroce spettacolo non sia gratuito e alla repulsione, faticosamente, si affianca l’emozione.

Geometria del terrore
Le inquadrature seguono l’inquietante perpendicolarità delle linee orizzontali di minacciosi corridoi e verticali di metalliche scale rivolte verso il martirio. I colori glaciali e la scenografia asettica di questa clinica del terrore, unite all’assoluta assenza di ironia e toni grotteschi, definiscono una pellicola allucinata che attinge dai sotto generi superandoli in visionarietà; lunghi capelli neri sul viso di una ragazza che vede materializzare i suoi mostri interiori come in un horror orientale, bambini torturati alla maniera dei più truculenti slasher, sadismo alla Funny Games (id., Michael Haneke, 1997) e la crudeltà pianificata di Hostel (id., Eli Roth, 2006). Un’esperienza estenuante dello stomaco dedicata a Dario Argento e dominata da sangue e lividi, un terrore malato in cui la principale vittima è proprio lo spettatore che vive nelle proprie viscere tutti gli stadi della sofferenza come intrappolato in una fossa comune con il palato intriso di repellente pappetta verde. “Ormai nel mondo ci sono solo vittime, nessun martire” è la lapide adatta al finale beffardo e mistico allo stesso tempo, in bilico tra trasfigurazione ed estasi su commissione.

Curiosità
Martyrs è il secondo lungometraggio di Pascal Laugier dopo l’horror psicologico, più attento alla raffinatezza delle immagini che al ritmo, Saint Ange (2005). I notevoli e nauseanti effetti speciali, tra cui il sangue che fila appiccicoso da una testa come chewingum, sono di Benoît Lestang.

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