Botte e sbadigli al Jurassic Fight Club
«Marco, lo sai che noi sottotitoliamo una serie che ora passa anche su History Channel in cui si vedono dei dinosauri ricreati al computer che combattono a morte tra di loro?», giuro che quando ChemicalChiara di Italian Subs Addicted ha fatto questa uscita, il mio cuoricione ha vacillato. Chi mi conosce, ben sa quanto sia patologica la mia mania per i rettili preistorici, e l’idea di vederli impegnati in scontri all’ultimo sangue mi provoca una sensazione che solo una aspirante velina ammessa negli spogliatoi del Milan a fine allenamento potrebbe descrivere.
Invece, tanto rumore per nulla. Duole da matti scriverlo (o se duole, accidenti quanto duole!), ma questo Jurassic Fight Club non si scolla da una mesta mediocrità che lo rende una visione in fin dei conti evitabile. Qual è il suo problema? La noia. E pensare che l’idea è veramente buona. Ogni puntata si sviluppa infatti secondo lo schema tipico del legal-thriller: a partire dalla scena del delitto – tipicamente un noto sito archeologico -, paleontologi e naturalisti ricostruiscono la “scena del crimine”, cioè lo scontro che ha causato la morte degli animali coinvolti, descritti nella loro fisiologia e nelle loro abitudini con grande dovizia di particolari.
Peccato che tutto questo accada nell’arco di quaranta e passa minuti, a fronte di un combattimento che mediamente potrebbe essere riassunto in meno di un quarto d’ora. A questo punto, uno si aspetterebbe una buona mezzora di approfondimento scientifico. Sì e no, purtroppo. L’approfondimento c’è, ma è inquinato dal costante utilizzo di toni “da macelleria” che poco hanno a che fare con la scienze. In più, le spiegazioni tendono sinistramente alla ripetitività e all’ovvietà. Detto in termini pratici: visto che nella maggior parte dei casi si tratta di lotte tra giganteschi erbivori e feroci carnivori, il fatto che ti venga ripetuto almeno sei volte nel corso della puntata che l’uno ha dalla sua una stazza mostruosa e l’altro una dentatura micidiale, alla lunga sfianca un po’.
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Ibrido non riuscito, punto e basta. Buoni ingredienti mortificati da una ricetta sbagliata. Volendo fare confronti impietosi, vengono in mente da una parte Prehistoric Park, tra i più intelligenti esempi di “messa in discorso” del soggetto dinosauri al di fuori dell’ambito documentaristico, e dall’altro il compianto Robot Wars, connubio perfetto (nella sua leggerezza) di battaglie e scienza. Se questo programma voleva proporsi come sintesi ideale di quanto di buono hanno espresso questi format, la missione proprio non è riuscita. Nuova regola del Jurassic Fight Club: meglio non parlare oltre del Jurassic Fight Club.
A cura di Marco Valsecchi
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