Sotto quel cielo
Berlino, giorno 2
La Berlinale entra nel vivo. Dopo l’inaugurazione di ieri alla presenza del bellissimo Clive Owen, oggi è la giornata di Kate Winslet. Anzi, più che la giornata, questo è proprio il suo anno, visto che è arrivata a Berlino fresca di due Golden Globe e in odore di Oscar.
La bella e brava Kate è qui per accompagnare The Reader, film fuori concorso diretto da Stephen Daldry, l’autore di Billy Elliot, nel quale interpreta una donna che intreccia una relazione fisica e appassionata con un ragazzino e che poi si scoprirà essere stata una guardia delle SS ad Auschwitz, durante la guerra. Nel film ci sono anche David Kross, bravissimo giovane attore tedesco, Ralph Finnes e Bruno Ganz.
Alla conferenza stampa, Kate si presenta in tenuta casual: giacchino grigio con risvolto nero, un bel ciondolo dorato, capelli raccolti e jeans. Con lei, al “banco dei testimoni” ci sono anche il regista, i co-protagonsiti Ralph Finnes e David Kross, l’autore della sceneggiatura David Hare e l’autore del libro da cui è tratto il film Bernhard Shlink.
Kate, bellissima nella sua semplicità, dimostra di essere una grande attrice e una donna con la testa sulle spalle. “Non leggo riviste e rotocalchi ed è per questo che sono ancora sana di mente” ribadisce con un sorriso a chi le chiede se non si sente troppo al centro dell’attenzione.
Molta curiosità da parte dei giornalisti a proposito delle molte scene di nudo presenti in The Reader: “non è che mi ci diverto. Ma quando mi appassiono a una storia, credo sia mio dovere, come attrice, poterla raccontare al mio meglio e, se per farlo, mi devo spogliare, non vedo perché no. Fa parte del mio lavoro.”
Difficile concentrarsi su altro dopo aver subito il fascino di Kate, ma il Festival continua e bisogna correre a vedere i film in concorso. Oggi tocca a Lille Soldat, film tutto al femminile diretto dalla regista danese Annette K. Olsen, che racconta la storia di Lotte, una soldatessa di ritorno dall’Iraq, traumatizzata e impaurita, che inizia a lavorare come autista per Lilly, una donna che di mestiere fa la “escort”. Interessante analisi sulla femminilità contemporanea, ma che ha poco convinto la critica.
Questa sera invece verrà presentato, sempre in concorso, Ricky, l’ultima fatica di Francois Ozon. Il regista francese, famoso in Italia per Gocce d’acqua su pietre roventi, La piscina e 8 Donne e un Mistero, abbandona la sua solita messa in scena colorata e sopra le righe per racconare la storia di una famiglia disfunzionale a cui nascerà un bambino con le ali. Proprio così, un bambino con le ali. Vedremo stasera come il pubblico reagirà a questa strana, pazza storia.
Anche la sezione Panorama si fa calda. Anzi, diremmo hot, grazie al nuovo film di Lucia Pienzo, che dopo aver raccontato la drammatica storia di un ermafrodita in XXY, torna con un’intricatissima storia d’amore tra due donne. El nino Pez purtroppo non è all’altezza del film precedente della regista, in quanto mette troppa carne al fuoco: omicidio, famiglia disunzionale, identità sessuale difficile, convivenza etnica, incesto, infanticidio, leggende popolari dell’america latina. Veramente troppo.
Ma qui gli appuntamenti non finiscono mai e volendo seguire tutto, si rischia di perdersi tutto, come per esempio Steve Buscemi nel film John Rabe, dove è l’unica faccia “bianca” usata per raccontare l’attacco che il Giappone sferrò nei confronti della Cina nel 1937. Una specie di Oskar Schindler cinese, che si candida ad essere un possibile disperso da recuperare.
A cura di Sara Sagrati
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