Rivoluzione!
Prendete una lei, Larita nel corpo di Jessica Biel, e un lui, John Withaker in quello di Ben Barnes, che ci acchiappano poco se messi insieme anche se tutto farebbe pensare diversamente. Considerate che lei è una stravagante ed elegante e indipendente donna americana e lui è il belloccio e molliccio rampollo di famiglia. Provate a scaraventarli, durante il loro ipotetico viaggio di nozze, dentro la nobile family di lui, che è un po’ british anni Venti e molto kitsch imbalsamato, e tenete presente che la bella lei fa bel viso a cattivo gioco e che loro la puzza sotto il naso ce l’hanno anche se per un po’ la nascondono bene (sotto il tappeto) per poi tirarla fuori tutta in un colpo, ovviamente a scapito di lei. Lei, certo, non fa nulla per non passare inosservata. È magra come una delle sigarette che di continuo e di nascosto si accende per rilassarsi. E lui, certo, per un po’ sembra difendere le buone intenzioni di lei per mantenere l’equilibrio con le cattive reazioni di loro, ma poi, anche lui, cede. È un classico cagnolino che obbedisce agli ordini del padrone. Anche se alla fine, almeno lui, non finisce schiacciato.
Il quadro è fatto. Ben colorato, ben immaginato e ben organizzato lo spazio alterna interni e esterni, siparietti imbarazzanti e qualche interessante chiave di lettura che va oltre la banalità. Stephane Elliott mette in scena una commedia degli errori con qualche orrore che fa ridere di gusto e qualche motivazione di troppo che rischia di distrarre l’attenzione e il ritmo, che comunque è elevato solo nella seconda parte, quando ormai tutti sono ai propri posti di combattimento, tutte le carte sono schierate, qualcuno è schiattato e ci si prova a immaginare come possa andare a concludersi una storia così buffa, strana, divertente, eppure tanto classica. Un ritorno interessante, quello di Elliott, soprattutto se si pensa che arriva dieci anni dopo l’ultimo film (The eye), e se si pensa che sfrutta pure i codici del teatro visto che tutto arriva dalla commedia omonima di Noel Coward che già nel 1929 era piaciuta a Hitchock da cui trasse, nel periodo muto, Easy Virtue.
La fragile virtù del titolo non combacia con la traduzione italiana ma in un periodo in cui le commedie stentano ad essere prodotte, perché far ridere le persone è sempre stata una cosa difficile, soprattutto oggi quando il mercato spinge i registi a rimanere in linea con i tempi decisamente poco divertenti, il film di Elliott (anche grazie alla brava Jessica Biel che va vedere di non essere solo bella, alla combattiva Kristin Scott Thomas e a un’incessante colonna sonora jazz) è un simpatico tentativo che riesce a spaccare gli argini dell’ipocrisia, della finzione, dell’apparenza. E a questo proposito non è un caso che uno dei segni più ricorrenti del film sia proprio l’immagine riflessa (attraverso uno specchio, un bicchiere, una posata) quasi a denunciare, fin da subito, l’incapacità di accettare l’immagine vera della persona, straniera, aliena, diversa, che si introduce nella fitte maglie della tradizione. Che a volte è semplicemente vecchia e altre volte ringiovanisce il passato.
In qualsiasi modo prendiate tutto questo, cercate di gustatevelo come un viaggio nel tempo molto attuale. Potrebbe rivelarsi una scoperta.
Curiosità
Nato a Sydney il 27 Agosto 1964. Dai 13 ai 18 anni di età ha girato oltre 900 video di matrimoni. Sono stati degli anni stranamente silenziosi per Stephan Elliott. Aveva giurato di lasciare l’industria cinematografica quasi dieci anni or sono, si era ritirato sulle Alpi Francesi, dove sciando si era rotto la schiena, il bacino e le gambe. Gli dissero che non sarebbe sopravvissuto ma sfidò la sorte e dal letto del suo ospedale iniziò a lavorare al computer. Fece il suo primo tentativo con Easy Virtue e tentò anche un adattamento teatrale di Priscilla – La regina del deserto, il suo film di grande successo del 1994. Priscilla The Musical, prodotto da London Backrow Productions (la Swan Lake di Matthew Bourne) ha infranto ogni record al box office della natia Australia. Al momento, è in fase di pre-produzione anche nel Regno Unito, dove è prodotto in partnership con il Really Useful Group di Adrew Lloyd Webber. Il musical andrà in scena presso il Palace Theatre, all’inizio del prossimo anno. Easy Virtue segna il suo ritorno come regista.
A cura di Matteo Mazza
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