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cultura dell'immagine e della parola

Hideout al ForFilmFest di Bologna

Sempre più di frequente l’utilizzo dei supporti audiovisivi caratterizza i percorsi di formazione degli adulti. Il cinema poi, grazie alla forza simbolica, emozionale e narrativa, rappresenta una risorsa e uno strumento efficace nel favorire apprendimento e riflessione critica. L’AIF (Associazione Italiana Formatori) ha deciso di farci addirittura un festival con proiezioni, dibattiti, anteprime e tavole rotonde

Il cinema può anche essere formativo? Ogni cinefilo risponderà inevitabilmente di si.
Un film è in grado di chi cambiare la vita di chi lo guarda proponendo idee, punti di vista e ed esperienze. Generazioni di appassionati possono testimoniarlo.
Eppure il cinema può essere formativo anche nel vero senso della parola ed entrare all’interno di un percorso didattico. Mostrare un film, uno spezzone o un blob di sequenze più o meno celebri sta diventando una consuetudine all’interno di corsi formativi, soprattutto quelli orientati ad un pubblico adulto e aziendale, ma non solo.
Non si tratta solo di una moda, ma di una consolidata e efficace metodologia che ora ha anche un festival tutto suo. Si tratta del ForFilmFest, giunto alla sua seconda edizione, attualmente in corso a Bologna. Organizzato dall’AIF (Associazione Formatori Italiani), in collaborazione con la Cineteca di Bologna, si pone come obiettivo di riflettere e proporre metodologie, percorsi e tecniche per utilizzare efficacemente il cinema nei percorsi formativi per gli adulti.
Oltre a proporre una rassegna di film “utili” con tanto di dibattiti e scambio di impressioni tra formatori sulle suggestioni che queste opere possono suggerire, si cerca anche di indagare le metodologie che il cinema propone. Non solo visionare delle sequenze in un’aula per approfondire degli argomenti, ma anche fare il cinema, nel senso di far produrre un cortometraggio ai partecipanti, per creare gruppo (il cosiddetto team building), ma anche produrre del materiale originale, con l’ausilio di professionisti, per promuovere iniziative e progetti formativi.
Nonostante ci sia già una corposa bibliografia specializzata a riguardo, l’utilizzo del cinema per la formazione è una frontiera nuova, tutta da scoprire.

Nella prima giornata del ForFilmfest, i formatori partecipanti hanno visionato Il ragazzo selvaggio di Francois Trouffaut e il sorprendente Le mele d’Adamo del danese Anders Thomas Jensen. Due film diversi e lontani, che hanno proposto ugualmente interessanti spunti per discutere sulle suggestioni che queste due storie di apprendimento hanno suggerito alla platea. Si è poi potuto assistere a diverse esperienze formative reali, analizzate attraverso l’esposizione di docenti e formatori che hanno mostrato i propri case history. Dalla produzione di spot educazionali realizzati da ragazzi problematici, a progetti di team building in aziende multinazionali.
Una giornata intensa che ha fatto emergere una sostanziale linea d’azione: il cinema emoziona e quindi coinvolge. E se è vero che l’emozione è anche cognizione, allora è indubbio che il cinema è il medium per eccellenza da utilizzare nella formazione.
L’AIF crede fortemente nel valore esperienziale del cinema, tanto da aver promosso il premio “AIF-ForFilmFest” per il miglior film per la formazione all’ultimo Festival di Venezia. Quest’anno il vincitore è stato PA-RA-DA di Marco Pontecorvo che è stato proiettato al termine della prima giornata dei lavori, alla presenza dello stesso regista.
Il programma continuerà con un workshop sul web 2.0 e con la proiezioni di Les Choristes di Christopher Barratier e Full Metal Jacket di Stanley Kubrick.

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