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Mordi e fuggi

Mordi e fuggi

Rimarrà deluso chi da Denti si aspetta un film truce in stile Troma. Sebbene l’argomento possa offrire appigli alla peggior commistione cinematografica tra horror e sesso, il film di Mitchell Lichtenstein sceglie un look patinato da teen movie di lusso per portare al cinema il celeberrimo mito freudiano della vagina dentata.
Sogno di molte donne, incubo di tutti gli uomini (così recita il teaser), la vagina dentata rappresenta l’incubo maschile riferito all’ignoto che si cela nell’intimo femminile.

Lichtenstein non metaforizza nulla, sceglie una trasposizione cinematografica non mediata da alcuna retorica, evitando il rischio di banalizzare un tema che avrebbe potuto essere trattato in modo meno diretto.

La giovane Dawn scopre nei primi bollori sessuali che qualcosa di misterioso si cela nelle sue intimità, qualcosa di letale che non lascia scampo ai suoi pretendenti indesiderati. Il destino di Dawn è però particolarmente beffardo poichè è una delle più strenue sostenitrici della necessità di conservarsi vergini fino al matrimonio.
Dawn è in questo caso sia la rappresentazione di un’America bigotta e sessuofoba, incapace di vivere una normale vita sessuale, sia un’antitesi estrema dei giovani dell’American Pie generation.

Lichtenstein opta per una regia pulita, ottimamente servita dalla giovane Jess Weixler (premiata per l’interpretazione all’ultimo Sundance Festival), riservando un paio di colpi bassi (è il caso di dirlo) al pubblico maschile.

Ne nasce un film ibrido, che offre quel poco di splatter per soddisfare gli amanti del genere, ma non per farlo diventare un cult del genere. Lo standard è quello del film adolescenziale dal tema pruriginoso: promette molto, parla un po’ e si vede poco. Motivo? Rientrare nei minimi della censura e non incappare in divieti che allontanerebbero il pubblico adolescenziale dai botteghini delle sale.

Curiosità
Lichtenstein è più conosciuto come attore che come regista: tra le sue interpretazioni ricordiamo il Ricky nel film Streamers di Robert Altman del 1983. Ha poi preso parte anche a lavori quali Cavalli di razza di Franc Roddam del 1983 e Flawless di Joel Schumacher del 1993, e ha partecipato anche ad alcuni episodi della serie televisiva Law & Order.

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