Aridatece Dumbo!
Ortone e il mondo dei Chi nasce dalla volontà degli animatori dei Blue Sky Studios, cui si devono L’era glaciale (Ice Age, Carlos Saldanha, Chris Wedge, 2002) e Robots (id., Chris Wedge, 2005), di riportare in vita il mondo fantastico del grande scrittore e illustratore di libri per l’infanzia, Dr. Seuss, al secolo Theodor Seuss Geisel (1904-1991). Gli autori Jimmy Hayward e Steve Martino hanno compiuto grandi sforzi per rimanere fedeli allo spirito delle tavole originali, nel trasferimento all’animazione tridimensionale in CGI (Computer-generated imagery). Addirittura hanno consultato gli archivi di Geisel, studiando i suoi appunti e soprattutto prendendo spunto dai pupazzi che il grande disegnatore aveva costruito come modelli dei suoi personaggi, delineati poi con penna e calamaio. Quasi come per ritornare a una tridimensionalità originaria.
Purtroppo questa strombazzata operazione filologica non è andata in porto. La tridimensionalità perfetta della tecnologia CGI conferisce realismo al tutto, facendo ricadere il pubblico nella classica sospensione dell’incredulità. Viene così perso l’aspetto caricaturale e grottesco delle tavole originali. Chi volesse immergersi realmente nell’immaginario del Dr. Seuss, dovrebbe vedere gli speciali televisivi degli anni Settanta della DePatie-Freleng, curati dallo stesso autore. Oppure gli adattamenti del grande cartoonist Chuck Jones, tra cui anche quello tratto dallo stesso libro Horton Hears a Who!, spinti sul versante surrealista, così come il mitico Looney Tunes, Horton Hatches the Egg di Robert Clampett. La constatazione di questo fallimento, nella fedeltà delle tavole originarie, non deve suonare come un lamento nostalgico dei grandi classici dell’animazione. Chuck Jones e i pur anonimi tecnici delle varie Pixar e simili, sono, a loro modo, altrettanto geniali. Ortone e il mondo dei Chi è da considerare quale un adattamento del libro originale, non una sua puntuale trascrizione. Gli equilibri e le armonie, su cui si fonda l’opera del Dr. Seuss, vengono rotti e ne vengono ricreati altri nel film. La stessa differenza che corre tra un film e il romanzo da cui è stato tratto. Come non notare poi che il personaggio di Ortone, nei suoi occhi e nella bocca, è plasmato anche sulla espressività del suo doppiatore Jim Carrey, che già aveva prestato il suo volto nell’unico film live-action tratto dal Dr. Seuss, Il Grinch (How the Grinch Stole Christmas, Ron Howard, 2000).
Il film risulta fedele, questo sì, nel riportare il messaggio filosofico dell’opera originale. «Una persona è sempre una persona, non importa quanto sia piccola», è solito ripetere Ortone per sostenere la causa del mondo dei Chi. A volte aggiungendo, per convincere gli altri, «se voi foste nello spazio e guardaste dove vivete, anche noi sembreremmo un granello di polvere». Un messaggio semplice, ma non banale. Una sorta di relativismo quanto mai attuale.
A cura di Giampiero Raganelli
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