Riposo di un eroe
Curiosamente di breve durata, fulmineo nello svolgersi delle azioni, John Rambo sfreccia via veloce lungo un paio di scene d’azione gore, dall’ambizione, forse documentaristica, di mostrare senza mezzi termini l’orrore della guerra in Birmania. L’eroe è stanco, solo, ma soprattutto senza più speranza, senza la forza di combattere contro se stesso, contro la sua aspirazione a vivere in una battaglia totale. È un eroe caduto.
Il film si ferma su qualche sguardo, sul corpo imponente di Stallone, sui suoi occhi tristi: l’incontro rivelatore è quello tra la bella, Sara, una missionaria tanto angelica quanto stereotipata, e la bestia, John, l’uomo minaccioso e crudele che conosce solo il linguaggio della violenza. Due mondi che forse si sfiorano, quello della spiritualità e della religione, e quello del denaro (i mercenari) e delle armi. Lo spazio è la giungla birmana, ma ancora di più un luogo infernale e selvaggio che ricorda la tenebra di Apocalypse Now (id., Francis Ford Coppola, 1979): ma qui il confronto tra il Bene e il Male è talmente manicheo da perdere ogni fascino e ogni significato.
La crudeltà dell’esercito è talmente gratuita ed efferata da superare totalmente la furia devastatrice di Rambo e dei mercenari: tutti loro, alla fine, sono mossi dal bisogno di sopravvivere, dall’onestà, dal rispetto per la vita. C’è ancora bontà nelle loro azioni, mentre il Male si è completamente incarnato in un comandante dagli occhiali scuri fiammeggianti, che fuma sigarette avvolgendosi in intenso fumo solforoso, tanto pervertito da avere desideri sessuali per giovani bambini di sesso maschile.
Il viaggio che dovrebbe essere condotto dentro la tenebra del proprio cuore si rivela solo un percorso in cui l’eroismo della violenza si legittima come Bene. L’incontro con un modo di pensare altro, quello della solidarietà e della religione (che risulta assolutamente perdente contro la brutalità della guerra), produce solamente il bisogno in Rambo di placare la belva nascosta in lui e, finalmente, di tornare a casa. Una casa che è il classico ranch sperduto in una steppa americana infinita, il cuore di una madre America che riaccoglie il figlio. Ma per quanto tempo il guerriero, eroe, guida e salvatore riuscirà a stare lontano dalla battaglia?
Curiosità
Sylvester Stallone sembra aver messo in cantiere un altro seguito: un Rambo V per ora accreditato per il 2009. Attendiamo con ansia.
A cura di Francesca Bertazzoni
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