Intervista ad Alessandro Palazzi
Uno scambio di idee su videoclip e cinema con il regista romano di Mai più degli Alibìa: Alessandro Palazzi, vincitore della Miglior Regia Indipendenti al Premio Videoclip Italiano 2007. Regista di cortometraggi, aveva già girato un videoclip per Elettrodust nel 2003, rimontando il suo film Clean man.
Innanzitutto, vedo che sei piuttosto giovane, 31 anni se non sbaglio: la prima cosa che mi interessa sapere è il tuo background, dagli studi alle esperienze che hai fatto. Come hai iniziato a interessarti di regia e come lavori ora dal punto di vista produttivo?
Mi sono laureato in Scienze Umanistiche/Discipline dello spettacolo all’Università La Sapienza di Roma. Per tutto il resto sono un autodidatta: scrittura, regia, montatore Avid.
I miei due lavori, Clean man e Dress! sono delle autoproduzioni. Sono contrario agli interventi pubblici nel cinema e a favore di quelli privati, anche se sono pigro a cercarli, ma non perché ho molti soldi miei, al contrario.
Semplicemente lavoro, metto da parte. Se poi ci sai fare, con poco puoi ottenere molto, basta avere le idee chiare.
Per un lungometraggio ovviamente la cosa cambia, ma sono sempre contrario ai finanziamenti pubblici. Proprio in questo periodo sto cercando finanziamenti per un lungometraggio, ma diciamo che la cosa non è facile da organizzare. Con un po’ di fortuna potrei girare il mio primo lungo quest’estate, ma insomma… preferisco non sbilanciarmi per scaramanzia!
Nessuno, un videoclip fatto di diverse parti anatomiche che si dissolvevano fra loro in una vasca piena di latte, o qualcosa del genere. Idea molto interessante, ben girata e realizzata. Credo abbia avuto delle difficoltà ad essere trasmesso, soprattutto durante le fasce protette.
Insomma, se non sei gli Aerosmith il nudo è meglio evitarlo, pure un semplice seno.
Personalmente ho trovato molto suggestivo il tuo videoclip, più del corto, perchè, come spesso accade, il “troppo chiaro” a volte è meno interessante del “suggerito”. Tu che ne pensi? Sei legato in modo particolare a una delle due declinazioni del tuo lavoro?
Sono certamente molto più legato a Dress! rispetto al videoclip, per l’idea audiovisiva che porta in sé, tutto il resto sfrutta prorpio questo. Magari nel videoclip c’è la morte [img4]perfetta di questa idea…, ma è questione di gusti.
Una cosa in più sui videoclip. Sono un aspetto molto importante dell’audiovisione degli ultimi trent’anni, ma portato su larga scala questo uso delle immagini è andato a discapito della musica, che perde un po’ della sua centralità, dico proprio nella mente dei compositori.
La musica è in generale peggiorata da quando ci sono i videoclip, con le dovute eccezioni, e se ne potrebbero fare tante.
Ma se dovessi fare un video su una vecchia canzone dei Beatles, dei Led Zeppelin, Jimi Hendrix, Rolling Stones e chi più ne ha più ne metta, non verrebbe un buon videoclip, perché le idee musicali in gioco sono così invadenti e precise, che qualsiasi altra forma aggiunta diviene superflua e peggiora la fruizione in generale.
A cura di Francesca Bertazzoni
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