Da Londra, con furore
Edgar Wright e Simon Pegg rappresentano un fenomeno nuovo nel panorama della comicità inglese. Il loro humour nero gioca con generi cinematografici con il classico aplomb inglese, quell’aria imperturbabile di fronte anche alle situazioni più assurde. Accadeva così che il biondo Simon passeggiava per le vie di Londra invase da cadaveri putrefatti con la sola preoccupazione di come recuperare il rapporto con la sua fidanzata. L’alba dei morti dementi, sebbene sia stato ignorato dalla distribuzione italiana, è diventato un vero cult, apprezzato anche da George A. Romero in persona.
Questa volta I due ragazzacci inglesi giocano a incrociare la parodia di due generi ben definiti, il poliziesco e il giallo bucolico degno della miglior miss Marple. Ecco quindi che il poliziotto d’assalto Nicholas Angel, uomo di punta delle forze di polizia della capitale inglese, dimostra cotanto zelo da suscitare le antipatie dell’intero corpo dei colleghi che, come ringraziamento, gli impongono un trasferimento coatto in una tranquilla cittadina a duecentocinquanta chilometri da Londra.
Verdi prati intorno a case di pietra, silenzio e pace circondano il villaggio, mentre i cittadini si apprestano a ricevere la commissione che dovrà valutarne la qualità della vita per eleggere il più bel paese di tutta Inghilterra. Il bar cittadino e un paio di ubriachi notturni sembrano essere i rischi più grandi offerti dalla nuova città di Angel. Nella quiete sorniona della cittadina c’è però un mistero che fatica ad emergere. Forse, anzi sicuramente, non tutto quello che sembra così pacifico, lo è fino nell’anima.
Edgar Wright, Simon Pegg e la spalla Nick Frost costruiscono una black comedy che esplode in un finale delirante e inaspettato, che farebbe impallidire qualsiasi Signora Omicidi. Comico e macabro si intrecciano con crescente rapidità, con esplosioni grandguignolesche di grande effetto ironico. Lo stereotipo dell’agente di polizia viene ribaltato e ironizzato in ogni suo aspetto, come pure molte delle passioni preferite dal popolo britannico.
Tutto scorre perfetto, fin troppo. L’originalità del precedente L’alba dei morti dementi rimane però lontana, e Hot Fuzz, con il suo umorismo irriverente, rimane un’operazione intelligente e capace di osare (caratteristiche sempre più rare da trovare accoppiate nella stessa pellicola). Non sarà un cult ma sicuramente almeno una bella sorpresa.
A cura di Carlo Prevosti
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