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Gli effetti notte del cinema hard – Prima parte

La storia della settima arte annovera molti grandi registi che hanno realizzato opere sul cinema, storie che mostrano il dietro le quinte della lavorazione di un film, spunti per riflessioni metacinematografiche. Gli esempi più importanti sono Effetto notte (La nuit américaine, François Truffaut, 1973), Lo stato delle cose (Der Stand der Dinge, Wim Wenders, 1982), Attenzione alla puttana santa! (Warnung von einer heiligen Nutte, Rainer Werner Fassbinder, 1971), Il disprezzo (Le mépris, Jean-Luc Godard, 1963), ma l’elenco potrebbe continuare.

Il cinema a luci rosse naturalmente non poteva essere da meno. Un primo esempio di effetto notte porno è costituito da Skin-Flicks (id., 1978). A cimentarsi non poteva che essere Gerard Damiano, il regista che, con Gola profonda ([/talic]Deep Throat, 1972), ha inventato il genere.
Skin-Flicks è ambientato sul set di un film porno. Un giovane regista con velleità artistiche, Harry, è in perenne competizione con i produttori del film che sta girando. Loro vogliono che sia pronto a breve, in due settimane al massimo, mentre lui ha bisogno di tempo per realizzare un’opera di qualità. Harry è in effetti meticoloso in tutto. Già all’inizio lo si vede mentre prepara una scena di sesso su di un grande letto: i cuscini sono collocati in maniera scenografica e vengono anche messi dei pupazzi sullo sfondo, richiamo quest’ultimo ad un precedente film del grande Gerard, il bizzarro Let My Puppets Come (id., 1976), fatto con pupazzi animati. Si vede Harry discutere con il costumista per la scelta dei vestiti, ed assistere amorevolmente un’attrice molto impacciata, causa la presenza di tante persone sul set. Harry ha una soluzione efficace per anche per lei, interpretata da Sharon Mitchell, un’attrice molto esperta in realtà: scaldarsi prima della scena con un vibratore!
Come spesso succede nei suoi film, Damiano interpreta un piccolo ruolo. In questo caso è quello del finanziatore del film, un losco boss della malavita. Questo riporta anche alla realtà dell’epoca, in cui la pornografia, ancora semiclandestina, era spesso in mano al crimine organizzato.
Oltre che con i pupazzi e con la sua presenza come interprete, Damiano ammicca al suo pubblico anche con altre autocitazioni. Nello studio del produttore campeggia infatti il manifesto di Water Power o The Enema Bandit (id., Shaun Costello, 1977), cult dell’hard, che in realtà non è stato diretto da lui, ma gli è stato accreditato per il richiamo del suo nome.
Scena topica, in tutti i sensi, è quella del provino che Harry fa a una aspirante pornostar. Lei danza, improvvisa uno strip-tease mozzafiato, ma lui la guarda con aria molto annoiata e, quando lei gli si offre, lui rifiuta ma la prende immediatamente per il film. Grande professionalità, non c’è che dire! L’ultima scena di Skin-Flicks è molto interessante. All’ennesima richiesta del produttore di concludere entro un breve periodo, Harry rifiuta dicendo di non avere ancora trovato il modo di finire il film. Sembra proprio che il finale costituisse un’ossessione per i registi di film porno con trama.

E’ chiaro che Damiano si identifichi nella figura di Harry, il regista che rivendica la qualità [img4]e che, probabilmente, ambisce a fare film anche al di fuori del circuito delle luci rosse. Tutto Skin-Flicks suona come una rivendicazione artistica, in mezzo allo sciattume che sarebbe diventato sempre più diffuso. La carriera artistica del regista di Gola profonda ebbe però un epilogo ben diverso. Si adeguò allo scadimento generale, conseguente all’introduzione del video, e andò avanti a realizzare prodotti di basso livello, lavorando anche con le nostrane Moana Pozzi e Jessica Rizzo, fino al 1994. Corre voce che, in realtà, lui non facesse più nulla ma si limitasse a fungere da prestanome. La cosa sembrerebbe confermata da alcune sue battute pronunciate nel recente documentario Inside Gola profonda (Inside Deep Throat, Fenton Bailey e Randy Barbato, 2005).

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