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Modeland – Gaio elogio dell’allegrezza

Così arriva l’estate, tempo di sole, tempo di mare, tempo di Festivalbar (urgh!). I programmi degni d’interesse si diradano, simili ai capelli di milioni di vecchietti impegnati a sciogliersi come ghiaccioli nel corso delle sadiche dirette di Studio aperto dalle piazze italiane.
E al critico televisivo metropolitano che cosa resta? Lavoro di routine. Ci si sbottona la camicia, si stappa la latta di birra, si accende il ventilatore e si conclude la trilogia modaiola di Hideout, che nei mesi scorsi vi ha già proposto sapide stroncature di America’s Next Top Model e Project Runaway. A sorpresa – però – la si conclude in controtendenza, con una promozione. La promozione che non ti aspetti: quella che premia la frivolezza assoluta di Modeland (Allmusic, lun – gio h. 13, ven h. 21) e del suo leggiadro conduttore Johnatan Kashanian.

Parliamoci chiaro, che fa caldo. Tra le innumerevoli quisquilie e stronzatelle che il teleschermo ci propone (in estate e non solo), questa è in assoluto una delle più sopportabili. Insomma, nella categoria “totale disimpegno e mancanza di contenuti”, grossomodo l’equivalente televisivo della proverbiale “fascia dei tre euro” del Tavernello, Modeland la fa da padrone. Per l’autoironia, perché trasuda freak da ogni poro, ma soprattutto perché non ci saremmo mai sognati che un programma dedicato agli aspiranti modelli potesse risultare innocuo per la psiche dei suoi spettatori.

Niente tirate sul duro mondo delle passerelle, nessun implicito incitamento all’anoressia, no lacrime, no colpi bassi, no giudizi trancianti. Un format leggero come acqua demineralizzata e facile come una favoletta. Arrivano due bellocci, si presentano al pubblico e immediatamente vengono messi nelle mani di una corte dei miracoli composta da sexy – trainer – fashion – stylist – lookmaker – trendsetter e chi più ne ha più ne metta. I bellocci vengono quindi spazzolati, vestiti, brieffati e mandati in pedana. Segue allegra votazione a opera degli esperti di cui sopra e premiazione. Il tutto in una cornice caciarona in puro stile Zoolander, senza che alcuno dei protagonisti osi anche solo per un istante compiere il peccato capitale di prendersi sul serio.

Ok, non stiamo parlando di un altissimo programma della Gabanelli o di un salotto alla Corrado Augias, ma di un divertissement indolore che, se non siete in cerca di stimoli intellettivi, potrebbe anche strapparvi un sorriso. Di questi tempi non è cosa da poco.[img4]
E poi c’è questo Jonathan, che alla fine riesce anche a dimostrare che esiste la vita oltre il Grande Fratello. Badate bene, il ragazzo (vincitore della quinta edizone del GF) non è stupido: si è saputo gestire. Ha capito di avere un raggio d’azione piuttosto limitato e vi si sta applicando con costanza e buoni risultati, evitando tanto l’anonimato che colpisce chi molla in corsa i trenini di Costanzo, quanto la sovraesposizione di chi si monta la testa e prova a fare passi più lunghi della gamba.
Il buon Johnatan, semplicemente, fa il suo. Recita con grazia la sua parte di fashion victim petulante, senza calcare la mano più del dovuto e tenendo bene il ritmo della puntata.
È quella che dalle mie parti chiamiamo professionalità.

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