La doppia vita di Atsuko Chiba
«Signore e signori, che lo spettacolo abbia inizio». È un invito a entrare nel film, è un invito a entrare nella magia del cinema. Poco dopo siamo catapultati in un universo onirico in cui è impossibile scindere sogno e realtà, o meglio, in un universo iperrealistico in cui i sogni hanno invaso la realtà stessa. Satoshi Kon, con questo suo thriller animato, riesce a portare sullo schermo una grande ossessione del cinema e dell’epoca post-moderna in particolare: l’opposizione tra realtà e finzione. Ma anziché creare due mondi che si sfiorano senza toccarsi, Kon realizza l’irrealizzabile (premesso che al cinema qualcosa lo sia davvero).
Bambole, rane, flauti, tamburi ed elettrodomestici invadono le strade delle città in un’allegra parata di morte. E’ come se la natura umana stesse rigettando nervosamente ciò che la scienza e la tecnologia hanno costruito, poichè i sogni hanno paura che il loro rifugio sia distrutto dalla tecnologia. Ad aiutare Paprika nella sua impresa per salvare il mondo, interverrà il detective Konakawa, un uomo che detesta il cinema, ma che sogna per generi cinematografici.
Ed ecco che l’opera di Satoshi Kon si conferma nuovamente come un vero e proprio metafilm. Porta sullo schermo le annose ossessioni del cinema, catapulta lo spettatore in un mondo immaginifico all’interno del quale si dispiega un excursus di generi cinematografici (dal thriller alla love story, dal poliziesco alla fiaba) e di citazioni esplicite (Tarzan, ma anche Pinocchio). Il principale portatore di questa istanza metanarrativa è proprio Konakawa, che ha deciso di diventare poliziotto per realizzare il finale di un film che in gioventù non aveva mai ultimato.
Il film di Satoshi Kon è una bellissima riflessione sul mondo contemporaneo, che per raccontare la storia di una realtà attanagliata dalla tecnologia, fa ricorso al cinema meno realistico possibile: il cinema animato. Buio/Luce, Realtà/Sogno, Vita/Morte, Uomo/Donna. Tutto il film ruota intorno a queste categorie oppositive. Per preservarle sarà necessario farle collidere in uno scontro frontale, e riportare poi ogni cosa al suo posto. Paprika, figura cristologia fatta donna, muore per poi rinascere, diventando buio e luce, vita e morte, Uomo e Donna allo stesso tempo. Così che, in un mondo di inumana, realtà, i sogni possano continuare ad essere l’unico santuario.
A cura di Delia Parodo
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