Ritorno al passato
Il cinema d’animazione parla ancora della famiglia. Niente di più banale, il cinema d’animazione – almeno quello firmato Disney – è ancora il cinema per le famiglie, quelle composte da papà, mamma e uno/due bambini con il relativo bicchierone di pop-corn. L’argomento è logoro nonché logorante – e nell’ultimo anno è stato proposto con una certa insistenza dai film d’animazione giunti nelle sale cinematografiche – ma è bene non liquidare I Robinson troppo velocemente: anche se Disney non racconta qualcosa di nuovo, lascia sempre degli indizi su se stesso.
Sembrerebbe che Disney stia cercando un nuovo tratto grafico, un marchio che lo distingua come il ciuffo dei Robinson contraddistingue tutti i membri della famiglia. Disney torna all’animazione di figure umane abbandonando (forse solo temporaneamente) gli animali antropomorfizzati; soprattutto accantona il disegno naturalistico e l’animazione al rotoscopio (come dimenticare la gestualità da attrice degli anni Cinquanta di Cenerentola?) per un disegno caricaturale e un movimento stilizzato e astratto che non riproduca l’uomo ma ne sottolinei i tratti grotteschi del carattere. L’incontro di Lewis con la propria famiglia è per l’animatore l’esercizio di stile con cui dimostrare di saper caratterizzare molti personaggi in modo diverso e in pochissimo tempo. La famiglia Disney ha imparato la lezione impartita dai figli adottivi Pixar e si prepara al futuro cosciente dei cambiamenti in atto.
Guardare al futuro senza dimenticare il passato: Disney non si sta solo vestendo di nuovo ma sta trasformando la sua philosophy. Il tempio dell’oblio del presente (“Dimentica il presente e il sogno diventerà realtà”) continua a cercare il futuro ma non è disposto a rinunciare a un DNA dal sangue blu. Per quanto Wilbur e famiglia consiglino a Lewis di guardare avanti, il ragazzino dovrà tornare nel passato per ricostruire il futuro. Si brinda al fallimento perché sarà sicuramente un successo. E chi più di Disney ha il diritto per farlo, visto che è riuscito a trasformare in grandi classici persino i suoi più colossali flop? Guardare al futuro senza dimenticare il passato: un motto che riassume al meglio lo spirito dell’America di oggi. L’American Dream sta tornando con una sfumatura nuova e Disney è già pronto a coglierlo e a eleggere la famiglia allargata come propulsore di uno spirito vincente. Forse Disney ha rinunciato a essere il re dei disegni animati ma l’impero della macchina dei sogni è ancora nelle sue mani.
A cura di Fabia Abati
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