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Le graffianti note della libertà

Le graffianti note della libertà

Sono pochissimi i secondi che dividono la morte dalla vita durante un’esecuzione capitale, oppure durante un’esibizione per un concorso che può valere la libertà. Il film di Kraus descrive il percorso di due donne verso quei 240 secondi di fuga da un universo fatto di brutalità perpetrata e di solitudine assoluta.
Ex infermiera per l’esercito tedesco, colpevole di omosessualità per il tribunale delle SS, l’insegnante Krüger trasferisce nel suo lavoro tutta la rigidità e la freddezza a cui è stata costretta: la musica per lei è l’unica maniera per coltivare l’intimo culto della bellezza. In maniera opposta, ma per alcuni aspetti complementare, Jenny racchiude in sé tutte le conseguenze delle violenze subite e poi rivoltate contro il mondo, tra atroci reazioni colleriche, autolesionismi e abbrutimento definitivo.

Insegnante e allieva trovano il loro punto di contatto nel pianoforte di Schumann, nell’orgoglio artistico e nella rabbia che solo le note sono in grado di condurre lontano. Con il supporto delle musiche di Annette Focks, Kraus realizza delle immagini forti e spietate, che raggiungono il punto di massima poesia proprio durante le sequenze dell’addestramento e delle esibizioni della detenuta.
Jenny in piedi, con le manette ai polsi, che suona con le spalle alla tastiera, sino all’ultima, memorabile scena in cui mette da parte Schumann per esibirsi in un pezzo hip hop. Batte i piedi, pizzica le corde, utilizzando il piano anche come batteria, in quattro minuti di vigore, disperazione e libertà ad altissima tensione.

Della materia musicale, elevata a definitiva e preziosa fonte d’espressione, viene fatto un uso appassionato, che oscura gli eventuali difetti del film. Tra questi, forse un montaggio alternato tra il passato e il presente, non del tutto funzionale al plot e spesso leggermente gratuito, volto a sollecitare ulteriormente l’attenzione dello spettatore. Ma alcuni dettagli risollevano le imperfezioni, come ad esempio l’immagine della schiena bianca e ricurva della ragazza, costretta alla femminilità in un abitino da concerto, che imprime nella mente con forza i concetti di degrado interiore ed esteriore, sollevati dall’arte per soli quattro minuti.

Curiosità
Tra il febbraio del 2004 e il gennaio 2005, più di 1200 ragazze si sono presentate ai provini per la parte di Jenny. La scelta è caduta sulla Herzsprung, che ha onorato il ruolo sottoponendosi a sei mesi di allenamento intenso al pianoforte, tre mesi di addestramento alla boxe per girare ogni scena senza controfigura.

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