Sempre contro
Non è facile raccontare la storia di un ragazzo accusato di terrorismo, colpevole di aver sparato e ferito gravemente un poliziotto suo coetaneo, senza correre il rischio di schierarsi da una delle parti politiche coinvolte; il regista Manuel Huerga riesce invece a distaccarsi completamente da una visione politicizzata, dedicandosi esclusivamente alla dimensione umana di questo ragazzo dalla vita normale eppure straordinaria.
Con la sensibilità di chi sa di andare a raccontare una storia ancora viva nella mente e nel dolore di un popolo intero, Huerga dipinge a tinte forti ma prive di ogni retorica un ritratto preciso e lucido della Spagna franchista degli anni Settanta; su questo sfondo corrono gli anni migliori di Salvador Puig Antich, giovane ribelle deciso a lottare per la libertà sua e di un popolo ancora soggiogato da una dittatura oscura e sanguinosa. È con questo spirito che Daniel Brühl interpreta il suo personaggio, rendendolo non idealista, né martire o leader, ma semplicemente un ragazzo pieno di contraddizioni, sufficientemente lucido per comprendere l’importanza di lottare per cambiare le cose; il regista, aiutato da un cast di attori pienamente permeati dello spirito del progetto, realizza un film straordinario per la sensibilità e la semplicità con cui affronta la vita e la morte di un giovane, accusato ingiustamente di omicidio, ma giustiziato come il peggiore dei criminali.
Nel lanciare il suo urlo contro la pena di morte, mostrandocene la disarmante e paradossale insensatezza nella sua ritualità codificata, Manuel Huerga raggiunge il culmine dell’emotività grazie a una colonna sonora meravigliosa, commovente fino alle lacrime quando a suonare sono le note di Suzanne di Leonard Cohen. E alla fine di questo film, chi riuscirà a deglutire il groppo in gola dopo aver assistito a una scena a dir poco agghiacciante, potrà meditare e attivarsi sostenendo la campagna contro la pena di morte sul sito www.salvador-26annicontro.it, nella sezione Io sono contro.
Curiosità
Il film, basato su una storia vera, è stato tratto dal libro Compte Enrere. La istoria di Salvador Puig Antich, di Francesc Escribano.
A cura di Enrico Bocedi
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