Korn
Freak on a leash
Gruppo: Korn
Canzone: Freak on a leash
Album: Follow the leader
Registi: Todd McFarlane, Jonathan Dayton & Valerie Faris
Anno: 1998
La canzone è di denuncia, e il titolo è esplicito: il freak è lo stesso Jonathan Davis, cantante della band, al guinzaglio (leash) dell’industria della musica commerciale. Il testo è pieno di frasi che rimandano al senso di inadeguatezza che prova lo schiavo del sistema:
Sometimes I cannot take this place / Sometimes it’s my life I can’t taste / Sometimes I cannot feel my face.
Denuncia filtrata dalle immagini: il mondo è spaccato in due, uno fasullo, a cartoni animati, e l’altro vero, con gente reale. Nel mondo fittizio, una pallottola viene accidentalmente esplosa contro una bambina col vestito rosso (stessa immagine che appare sulla copertina del cd), ma la pallottola manca il suo bersaglio e va a “bucare” i due mondi, passando da un poster a cartoni sul muro di una camera da letto al mondo vero.
La pallottola è inarrestabile, ignorando l’attrito dell’aria e la forza di gravità, trapassa qualsiasi oggetto le si pari dinnanzi: lampade, muri, vasi di ceramica, palloncini, bicchieri pieni di latte, bombolette di panna spray, bottiglie d’acqua, telefonini, parabrezza di auto parcheggiate, un poster della band. Ma non trapassa nessun membro del gruppo, oscilla davanti a ciascuno di loro e riprende la sua folle corsa a ritroso.
Forse il mondo vero è quello a cartoni? Nel mondo “reale” la pallottola non colpisce mai un essere vivente, la sua corsa riprende, di nuovo inarrestabile: ora tocca a brocche di caffè, fumetti, televisori, parchimetri e scivoli.
Tutto torna al luogo in cui è iniziato, il poster a cartoni sul muro: la pallottola rientra nel mondo animato, ma anche qui nessun essere “vivente” viene colpito, anzi, la bambina col vestito rosso ferma la pallottola nello stesso modo di Jonathan Davis: la afferra e la restituisce al poliziotto che se la era fatta sfuggire.
Qual è il mondo reale? Le due realtà si sovrappongono, Jonathan è la bambina, è schiavo nel mondo di carne, libero in quello animato. La band in veste preadolescenziale scappa via, ed un cartello quasi dimenticato strizza l’occhio allo spettatore: no trespassing.
A cura di Massimiliano Chiesa
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