Lieve vento della Storia
Soffia il vento tra l’erba e le mazze da hurling. Soffia anche quando il gioco diventa guerra e le mazze fucili, recando il suono di un canto antico e doloroso d’amore («prima lei / adesso l’Irlanda / a infiammare il mio amore»). E’ il 1920, e Loach sceglie la storia di due fratelli per raccontare un pezzo di storia irlandese (la genesi dell’esercito repubblicano), che vuole rappresentare e rammentare un pezzo di storia odierna. Sceglie di parlare di attualità attraverso una storia e insieme attraverso la Storia: la storia della necessità della passione politica come tensione verso la libertà e la giustizia, la pericolosità della passione umana per gli ideali, incapace di regolare se stessa.
Nella pellicola c’è tutto quello che si può incontrare lungo il cammino ideale/idealistico verso la libertà: l’umiliazione della violenza inflitta dall’Altro, il sacrificio dei sentimenti privati, la durezza della punizione di un traditore, cattura, razzie, tortura. Loach getta il suo sguardo sempre onesto sugli individui e su un popolo, ricordando quanto siano fragili certi steccati, mettendo a nudo il dubbio che ogni lotta porta – o dovrebbe portare – con sé. Lo fa senza l’originalità e il senso epico che aveva messo in Terra e libertà (Land and Freedom, 1995), ma comunque con immagini ben fotografate ed efficaci, che non rinunciano al realismo stilistico che è cifra peculiare del suo cinema. «Spero che l’Irlanda valga questo sacrificio», afferma il protagonista (Cillian Murphy) prima di giustiziare un compagno che per debolezza, per paura, ha fatto la spia agli inglesi. Probabilmente la risposta è no, ma all’intransigente regista inglese non interessa. Gli interessa far luce sulle contraddizioni del presente, sulle dinamiche ambigue del potere e sulle responsabilità personali dei singoli, sulla labilità della morale. Si uccide ancora una volta nel nome del Dio per cui si prega, senza considerare se questo sia o meno in contraddizione con il Credo. E’ la religione della guerra, che sgorga priva di pietas dall’orgoglio umano e dalla ricerca della libertà, spinta fino alle sue estreme conseguenze.
Gli uomini muoiono e vengono torturati; le donne assistono a razzie e incendi delle loro case, stremate al punto di urlare che «non c’è più nulla». E’ il popolo irlandese, che finisce per restare coinvolto in una guerra fratricida suggerita in qualche modo dalla potenza inglese. Per questo si pensa di non potersi fermare, si va oltre senza scendere a patti. “Se ratifichiamo il trattato cambierà solo l’accento dei potenti e il colore della bandiera”: così, fratello uccide fratello. E intanto il vento continua ad accarezzare l’erba.
Curiosità
I bravissimi attori, tutti irlandesi, sono pressochè sconosciuti (a parte il protagonista Cillian Murphy).
A cura di Antiniska Pozzi
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