Entertainment: la vita di Hugh Hefner
Negli ultimi mesi gira sulle frequenze di E! Entertainment uno speciale intitolato Hugh Hefner: Girlfriends, Wives & Centerfolds: The E! True Hollywood Story che celebra la vita di Hugh Hefner: una storia che si dipana dalla nascita di Playboy negli anni Quaranta per essere poi scandita alle innumerevoli mogli, fidanzate e amiche dell’ottantenne più discusso d’America.
A proposito di tutte queste signore…
Ingmar Bergman ha girato un film (For Att Inte Tala Om Alla Dessa Kvinnor, 1964), dove le innumerevoli donne di un musicista si incontrano e scontrano, senza mai interagire realmente tra di loro, in un’immensa villa dal gusto neoclassico… Un fantastico capolavoro allegorico, sulla vita di un uomo “oscuro” e sulle signore che ne hanno segnato il destino.
A proposito di tutte queste playmate…
Può sembrare blasfemo, ma osservando lo speciale sulla vita di Hefner mi sono ricordata di quel film, di tutte quelle signore, di quella casa “personaggio”dove destini e persone si aggirano e incrociano come vittime di una malia sconosciuta che regola le azioni di ognuno. Quel gustoso senso allegorico mi riecheggia nella mente…
Chi è Hugh Hefner?
Chi sono le sue donne?
Cos’è Playboy?
La risposta può sembrare semplice, tutti lo sappiamo: Hugh è il magnate fondatore della più famosa rivista di nudo che esista.
Le conigliette delle semplici bellone arriviste dai facili costumi.
Playboy un periodico che qualsiasi ragazzo con gli ormoni a mille in fase adolescenziale ha sfogliato almeno una volta…
Spiegazione esauriente? No
Se è vero che il Mondo è un grande palcoscenico, noi non siamo che attori di un meccanismo che ci controlla indissolubilmente. Più tentiamo di gettare la maschera più ci mascheriamo, cercando noi stessi ci perdiamo.
Creiamo miti per poterli distruggere . Ci ricopriamo di simboli per identificarci tra simili o per infiltrarci tra i dissimili.
Hugh Hefner è un mito, la sua vita una geniale piece teatrale, il coniglio con papillon il suo simbolo.
Regalandoci ciò che desideriamo ci libera dal nostro senso di colpa.
Il suo mezzo di diffusione: giornali e televisione.
Lo speciale di E : un grande inno al paparino più briccone d’america che mettendosi a nudo di fronte alle telecamere ci consente di giudicarlo.
Si alza il sipario
Lo sceicco e le sue concubine, versione occidentale.
Dal giovane Hugh, al vecchio Hugh. In solo due ore la vita di un uomo, nella Storia. In solo due ore la vita di una rivista, nella Storia.
Mille signore, due Harem: prima la masion di Chicago, poi quella di Los Angeles. Casa “incantata”, più potente dei personaggi stessi, il vero e proprio palcoscenico della commedia di Playboy.
Teatro di innumerevoli contraddizioni, la masion si è trasformata nel tempo: da epicentro di festini ambigui con roventi menage tra biondone tutte curve e signori dal portafoglio capiente, a casa di vita coniugale poligama (Hugh e le sue innumerevoli fidanzate), a semplice e casta dimora di vita familiare quando Hef, ai tempi del suo secondo matrimonio, ha convissuto per ben sette anni semplicemente con moglie e figlioletti.
Sembra una follia e forse lo è.
Sembra un paradosso che la figlia primogenita del magnate, ormai cinquantenne, sia a capo della rivista e abbracci con affetto le fidanzate di papà di cui, per l’età, potrebbe essere lei stessa madre.
Altrettanto folle che proprio i figli maschi adolescenti di Hef dichiarino di voler, un giorno, ricondurre Playboy a quelle più sobrie e fini immagini che l’avevano caratterizzato negli anni Cinquanta.
Tutte le signore di Hugh, giovani e anziane, intervistate, dichiarano di dovergli molto, di averlo amato, malgrado tutto.
“Hef è un birbone, si sa, ma in fin dei conti ha un gran cuore”
Buon Compleanno, felici 80 anni Hef! Le tue signore ti amano Hef! così si chiude lo speciale, tra coriandoli e sonaglini, e inizio a riflettere su questa sarabanda.
Perché indulgere a tutta questa promiscuità? Perché non inorridisco?
Perché non riesco a condannarti Hef? E specialmente…perché ti chiamo Hef, come se ci conoscessimo da una vita? Ti sento vicino, come un amico, un confidente, un amante. In solo due ore le tue mille signore mi hanno parlato di te, ti ho conosciuto attraverso i loro occhi. Ti ho visto, e tra le crepe di questo enorme palcoscenico, forse ho colto qualche sprazzo di verità.
O forse no…
Una strana malia si è impossessata di me di fronte allo schermo, la mia capacità critica vacilla e, come risucchiata , mi sento attrice in prima persona di una realtà che nemmeno mi appartiene.
Perché nel film di Bergman non si delinea mai l’identità del protagonista misterioso?
Perché qui, invece, nasce un’immagine fin troppo definita e del tutto positiva del protagonista ? La risposta è semplice : qui le sue donne-sirene hanno intonato un coro, fin troppo glorificante. Hanno mentito? Hanno detto la “loro” verità?[img4]
Mi restano poche e indiscutibili certezze:
Playboy è arrivato fino in Vietnam, confortando giovani disperati in bilico tra la vita e la morte.
La nudità femminile è e deve essere un diritto inalienabile nonché veicolo primario di liberazione.
Detesto l’harem, ma ancor di più chi, condannandolo ipocritamente, lo realizza quotidianamente nelle case, come sceicco nostrano, peggio del peggior Hugh Hefner.
Playboy rivendica il suo peso storico, e in fin dei conti non ha tutti i torti.
Cala il sipario
La commedia è finita, chi sia in realtà Hugh Hefner non lo sapremo mai…
Forse anch’io ho recitato…
Comunque sia…
Buon Compleanno Hef!
A cura di
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