U2 – Numb
Cantante: U2
Canzone: Numb
Disco: Zooropa
Anno: 1993
Regista: John Godley
La violenza è complice
Numb è stato uno delle pietre miliari della storia della “videoclipgrafia”: dotato di artifici ad effetto, racchiude visualmente il seme innovativo che questo singolo musicalmente ha prodotto nella biografia del gruppo irlandese.
Dal disco Zooropa, perla di difficoltà musicale (inizia con un martellante ronzio e una prima strofa in tedesco), il video può essere apprezzato solo conoscendo il prodotto artistico a cui fa riferimento.
Il regista identifica in questa canzone, terza del disco, e primo ascolto come singolo, l’impossibilità di fare una scelta del campo visivo: la camera è ferma in direzione di uno spazio nero, chiuso e senza uscite. Il cantante, che entra ed esce dallo spazio incorniciato, non esorta l’ascolto, ma obbliga l’osservazione, legando la scelta di chi guarda.
Come gli imperativi continuativi del testo, mai ripetuti, che racchiudono questa costrizione, sviluppando nello spettatore sensazioni di impotenza.
Impulsi che sono metaforizzati con il bisogno di mitigare questi vincoli tassativi (don’t al cubo), provando empaticamente con la canzone una sgradevole sensazione di subordinazione: i nodi attorno alla gola chiudono ogni possibilità di godere della visione, ma anzi di soffocare di questa fruizione.
Due piedi violentano l’Arte e quel passaggio di forbice da una mano all’altra, ancor più violento davanti ai nostri occhi, è simbolo della coercizione, del subire la violenza, e di non poter fare altro che guardare questo stupro: attaverso i nostri occhi “noi” siamo costretti a collaborare forzatamente.
Fino a che al cantante non resta altro che scappare e lasciare “a noi” il sentire – video ridicolizzato in musica – e dunque in un possibile nulla, dove lo schermo è riempito da complici (Bono & Co.), da comparse che non possiamo seguire ma che decidono (loro) di entrare ed uscire “da noi”.
E “a noi” ascoltatori/visonari non possiamo fare altro che subire le azioni non da fare, non spegnere, non finire e lasciarsi intorpidire dalle odalische ipnotiche, dai movimenti barbiturici che fanno in(numb)dolenzire.
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