Alienità inglesi
Chi, come me, nel 1995, era un fan di X-Files in piena fase adolescenziale, conosce bene il nome di Ray Santilli. Televisioni di tutto il mondo parlarono di una fantomatica autopsia aliena che doveva essere la prova dell’esistenza di altre forme di vita nell’universo. Il filmato era stato rinvenuto da due giovani inglesi, che girarono il globo parlandone con giornalisti, ufologi e cialtroni di svariata natura. Dopo qualche tempo, smisi di interessarmi a quelle faccende per cose molto più (f)utili, ma anche tutto il resto del mondo abbandonò quell’avvenimento che era rimasto sovraesposto per troppi mesi. Oggi, grazie a questa pellicola prodotta dallo stesso Santilli, si scopre la verità, cioè che tutto era una clamorosa truffa da lui stesso escogitata. Forse.
Alien Autopsy è una commedia molto inglese, divertente e a tratti davvero ben riuscita. Regista e cast provengono per lo più dalla televisione, ma dimostrano di conoscere bene i ritmi cinematografici, riuscendo a non cadere (quasi) mai nel banale. La forza della pellicola sta nel riuscire ad affiancare a una narrazione solida personaggi secondari assolutamente irresistibili. Voros, il mafioso con la mania per i cerchi nel grano e Melik, il cuoco regista di matrimoni sono due esempi di comicità davvero riusciti.
Certo, il film non ha pretese al di fuori del puro entertainment, e il Santilli produttore ha mantenuto la furbizia del Santilli videomaker truffadino. Ma Alien Autopsy non può non piacere, perchè ammette la propria leggerezza e anzi ne fa un punto di forza. Soddisfa gli ufomaniaci mantenendo in loro il dubbio, ma anche chi cerca solo una simpatica commedia all’inglese.
D’altronde, non si vive solo di Sokurov e De Oliveira!
Curiosità
Dopo il clamoroso successo della falsa autopsia, Ray Santilli ha proseguito la sua attività precedente, semplicemente rendendola legale. E’ infatti diventato un produttore di video musicali di stelle del passato, da Elvis a Hendrix. Anche Gary Shoefield, il suo ex socio, è diventato un produttore, ma di serie tv inglesi. Questa è il loro primo lavoro nel mondo del cinema.
A cura di Alberto Brumana
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